La violenza di genere trasportata
nel passato per portare una testimonianza e un insegnamento nel
presente. Quando una storia di amore di una donna nei confronti
di un uomo, interessato al patrimonio più che alla persona,
diventa vessazione, segregazione e sopraffazione. E' questo, in
sintesi, il messaggio attualissimo che Barbara Pansera lancia
con il suo ultimo libro 'Non svegliatemi' (pp 196, 15.99 euro),
pubblicato da Rossini Editore.
Per raccontare una storia difficile l'autrice utilizza
l'artificio onirico: Olivia, una giovane donna di oggi
insoddisfatta da una relazione, e che poi tronca, si rifugia nel
sogno. Tuttavia invece di entrare in una dimensione positiva
immagina un personaggio, Anna, che nella sua crescita incontra
la condizione negativa femminile dell'Ottocento. Infatti il
libro in un certo senso utilizza lo schema del romanzo storico.
Il racconto inizia nel 1850 a Napoli e qui si dipana una teoria
di avventure fra la Campania, Salisburgo e la Normandia che poi
termina da dove si è partiti. Anna non si sottomette e va
incontro a una fine che scoprirà il lettore e che sarà di
riflessione per Olivia.
"Il mio obiettivo, con l'artificio di una doppia dimensione
temporale, è quello di dire che una donna non si deve mai
sottomettere a un uomo o al destino - spiega Barbara Pansera -.
Anche perché la vita può riservare molte cose buone e
inaspettati cambiamenti. L'amore e il sentimento vero a volte
prevalgono. La violenza di genere, il ruolo secondario della
donna nei secoli è un dato di fatto. Anche oggi continua la
battaglia per la parità e io ho voluto dare un contributo
narrativo in tal senso". Barbara Pansera, 71 anni, nata ad
Alassio (Savona), è milanese d'adozione. Lavora in uno studio di
architettura. E' al suo terzo libro.
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