"Screditare personalmente gli
autori di una decisione giudiziaria è un argomento retorico
discutibile, non l'esercizio corretto del diritto di critica".
Lo scrive in una nota la giunta esecutiva sezionale Anm di
Brescia in merito alle parole dell'ex pm Piercamillo Davigo che
ha attaccato i giudici bresciani che lo hanno condannato in
primo grado a 15 mesi per rivelazione di atti coperti da segreto
per i verbali relativi alla presunta Loggia Ungheria.
"Tacciare i magistrati bresciani di incapacità di comprendere
non equivale semplicemente a dichiarare di non condividerne il
ragionamento giuridico - si legge nella nota - significa,
piuttosto, affermarsi depositari, di fronte all'opinione
pubblica, di una verità superiore rispetto a quella che, in uno
stato di diritto, viene accertata nelle aule giudiziarie
dall'autorità statuale preposta a farlo, secondo la legge, sia
essa tribunale o giudice di grado superiore davanti al quale far
valere ogni motivo di impugnazione".
L'Anm di Brescia aggiunge: "Consapevole del fatto che
Piercamillo Davigo tutto questo già lo sappia perfettamente, la
giunta esecutiva sezionale Anm di Brescia, volendo scongiurare
il rischio di interpretare malamente le dichiarazioni dell'ex
magistrato - dando magari conferma della bontà della sua tesi
sull'incapacità della magistratura bresciana di comprendere -
lascia che quelle dichiarazioni, se proprio necessario, si
commentino da sole".
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