Dopo il debutto e le quattro serate a Pesaro, Jovanotti sbarca con il suo PalaJova a Milano per le prime sei date all'Unipol Forum, alle quali si aggiungeranno i nuovi appuntamenti di maggio.
"Alla prima ero emozionato, con la voce un po' bloccata - racconta Lorenzo nei camerini, poco prima di salire sul palco di Assago -.
Ero anche un po' impaurito,
perché alle prove avevo avuto buone sensazioni, ma cosa sarebbe
successo davanti a 10mila persone? Gianna Nannini mi ha scritto
un messaggio: 'È sul palco che devi stare, è lì che si
guarisce'. E ho sentito che sul palco ci stavo proprio bene. Sto
riacquisendo la memoria motoria del gesto artistico, delle mie
corse, dei miei salti, e ogni giorno va sempre meglio".
L'incidente, spiega, non ha cambiato il format di un live
colorato, vivace, allegro e dove i fiori la fanno da padroni.
"Un live per tempi difficili, di crisi permanente. Abbiamo
bisogno di essere forti e vitali per affrontare questi momenti,
di nutrirci di cose belle. Questo era lo show che avevamo
cominciato a immaginare per la scorsa primavera, quando poi
abbiamo dovuto annullare tutto - spiega Jova -. L'impianto
scenico era questo, anche l'idea dei fiori, che oggi sembra
legata alla mia rinascita, c'era già".
C'era, perché ci doveva essere, perché "è il concerto di oggi,
quello che mi rappresenta. Anche se è anomalo rispetto a me e a
quello che ho fatto finora. È stata fatta una scelta di rigore,
con un palco dalla forma tradizionale. Sapevo che questa novità
mi avrebbe aiutato a divertirmi molto". L'idea della rinascita
vissuta in qualche modo anche come premonizione. "A volte pensi
una cosa e si realizza. A me con le canzoni è successo spesso. E
forse l'incidente che ho avuto è capitato in una fase della vita
in cui mi sono messo in pericolo. È un modo per dare un senso
alle cose, come dice Vasco, anche se un senso non ce l'ha".
Rivendica la scelta di una band che suona dall'inizio alla
fine, lasciandosi ispirare dalla E-Street Band di Bruce
Springsteen o da quella di Prince di fine anni Ottanta, primi
Novanta.
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