Un'opera che prende in giro il
mondo dell'opera fra equivoci e cliché, dalla lotta fra i
cantanti per avere maggiore visibilità, al contrasto fra
compositore e librettista che si scambiano accuse, ai guai che
deve sopportare l'impresario e che portano, passo passo alla
catastrofe: ieri sera alla Scala è andata in scena L'opera seria
di Florian Leopold Gassmann, insegnante di Salieri, suo
predecessore come compositore imperiale a Vienna. E non è stata
una tragedia.
Gassmann la compose nel 1769, negli anni in cui Christoph
Willibald Gluck - in pieno illuminismo - stava portando avanti
una riforma dell'opera seria stigmatizzando l'eccesso di
virtuosismi dei cantanti, gli orpelli della trama,
'razionalizzando'. Ed è a questo che guarda anche Gassmann che
la vecchia opera seria prende in giro.
E in effetti il pubblico ha riso per la comicità delle scene,
dei siparietti forse sarebbe più esatto dire, più che della
musica, come aveva avvisato Christophe Rousset, che sul podio ha
diretto i musicisti della Scala che hanno utilizzato strumenti
d'epoca, insieme all'ensemble da lui fondato Les Talens
Lyriques. La regia è firmata da Laurent Pelly che ha anche
ideato i costumi, comici di loro negli eccessi di parrucche e
tulle. Regista francese ma coproduzione con il Theater an der
Wien e gli echi di gusto austriaci si vedevano. Sorpresa sul
finale e poi otto minuti di applausi.
Applaudita la conduzione, la regia, applaudito il cast con
Mattia Olivieri nella parte del librettista Delirio, Giovanni
Sala in quella del compositore Sospiro, Josh Lovell come la star
dello show Ritornello, Julie Fuchs in quella della prima
cantante Stonatrilla, e le sue due 'rivali' Smorfiosa (Andrea
Carroll) e Porporina (Serena Gamberoni).
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