Solo "un'attività di impresa
regolare e vendite di orologi regolari", nessun bonifico
ricevuto per vendite simulate per incassare i soldi dei debiti
di gioco dei calciatori e riciclare il denaro del giro di
scommesse illegali.
Così, da quanto si è saputo, Antonio Scinocca, 33 anni, e
Antonino Parise, 43 anni, il primo legale rappresentante e il
secondo socio della gioielleria milanese Elysium, si sono difesi
dall'accusa di riciclaggio negli interrogatori preventivi
davanti alla gip di Milano Lidia Castellucci. Giudice che deve
decidere sulla richiesta di arresti domiciliari della Procura di
Milano.
"Si sono sottoposti agli interrogatori - ha spiegato
l'avvocato Vincenzo Maiolo Staiano, che li difende col collega
Salvatore Staiano - per dimostrare la loro totale estraneità al
presunto sistema, come prospettato dall'accusa, e sono sicuri
della loro innocenza". La difesa ha chiesto che la giudice non
applichi alcuna misura cautelare.
Stando all'imputazione per riciclaggio, Elysium Group srl
(anche la società è indagata) avrebbe messo a "disposizione i
conti correnti dell'attività di impresa, su cui i tre", tra cui
anche l'ex socio Andrea Piccini, che sta rispondendo ora alle
domande della gip, "erano abilitati ad operare". E "consentivano
il trasferimento del profitto del reato di esercizio abusivo di
attività di giuoco o di scommessa", gestito da Tommaso De
Giacomo e Patrik Frizzera, tramite "operazioni economiche
concretamente idonee ad ostacolare l'identificazione della
provenienza delittuosa del denaro".
In pratica, avrebbero simulato "la vendita da parte della
gioielleria Elysium di orologi o preziosi, talvolta a fronte
della formale emissione di fatture" e "ricevevano sui conti
correnti" bonifici "bancari a copertura dei debiti contratti dai
giocatori". Tra i bonifici quelli per quasi 700mila euro di
Nicolò Fagioli, quelli di Sandro Tonali per oltre 57mila e di
Alessandro Florenzi per 155mila euro, ma anche 40mila euro che
Federico Gatti, non indagato, avrebbe prestato a Fagioli.
La gip, che ha già disposto un sequestro da 1,5 milioni di
euro eseguito dalla Gdf, dovrebbe decidere nei prossimi giorni
sulle cinque richieste di domiciliari. Poco meno di 300mila euro
in contanti erano stati trovati nelle perquisizioni.
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