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"Ha ucciso mamma", bimba chiama il 118 e fa arrestare il padre

"Ha ucciso mamma", bimba chiama il 118 e fa arrestare il padre

Donna accoltellata in un appartamento nel Milanese. Lo aveva denunciato per maltrattamenti

MILANO, 04 maggio 2025, 20:21

di Francesca Brunati

ANSACheck
'Ha ucciso mamma ', bimba chiama 118 e fa arrestare il padre - RIPRODUZIONE RISERVATA

'Ha ucciso mamma ', bimba chiama 118 e fa arrestare il padre - RIPRODUZIONE RISERVATA

Quando ha visto quel che era successo ha trovato la forza di dare l'allarme e ha chiamato i soccorsi. Con una voce spaventata ha spiegato che "papà ha ucciso la mamma" e ha dato l'indirizzo di casa. Immediata la corsa dei carabinieri, ma per la donna non c'è stato nulla da fare. E mentre il marito, ubriaco e fuori di testa, è stato portato in carcere, per la figlioletta di 10 anni della coppia, è scattato il protocollo di protezione ed è stata messa al sicuro a casa di uno zio materno. Lui era stato denunciato dalla donna per maltrattamenti di tre anni fa: venne attivata la procedura prevista dal codice rosso, ma non ci furono misure cautelari.
L'ennesimo femminicidio è avvenuto a Caleppio, una frazione di Settala, Comune alle porte di Milano. Secondo una prima ricostruzione, attorno alle nove e mezza, dopo aver cenato, la bambina si sarebbe ritrovata spettatrice di una scena terribile: il padre Khalid, 50 anni, con un lavoro in una azienda di condizionatori della zona, ha accoltellato la madre, Amina, più giovane di lui di 7 anni, lasciandola per terra, senza vita, vicino al materasso nella camera da letto e poi avrebbe pregato davanti al corpo. La piccola probabilmente è rimasta impietrita e solo un paio d'ore dopo, come risulta dagli accertamenti, ha preso il cellulare ed ha avvertito. Poi è scesa dalle scale di corsa per tre piani con il babbo, semi svestito, che la seguiva. I militari della Compagnia di San Donato l'hanno trovata all'ingresso del palazzo e l'hanno portata via. Quasi in contemporanea hanno arrestato l'uomo, il quale, mentre veniva immobilizzato, ha ripetuto: "L'ho ammazzata, l'ho ammazzata".
Il pm milanese Antonio Pansa, che si è recato con gli investigatori nell'abitazione per i primi rilievi e per sentire alcuni testimoni, inoltrerà al gip la richiesta di convalida dell'arresto del 50enne, ora a San Vittore, con l'accusa di omicidio aggravato. Inoltre ha disposto il sequestro dell'appartamento in cui è stato individuato anche il coltello da cucina con cui sarebbero stati inferti una dozzina di colpi, e del telefonino dell'uomo. La bimba verrà sentita invece con un'audizione protetta e in presenza di una psicologa e l'autopsia si terrà nei prossimi giorni.
Come ha raccontato una vicina, loro connazionale, la coppia era arrivata dal Marocco almeno quattro anni fa, quando la piccina faceva la prima elementare. Aveva conosciuto Amina perché portava la bambina alla stessa scuola del suo secondogenito. Aveva un lavoretto in un pub vicino a casa, "era educata, una brava persona e mi diceva sempre che stava bene. Invece qui, tutti sapevano che avevano problemi. Il marito si ubriacava spesso - ha proseguito la signora in lacrime - e cominciava a lanciare sedie e bottiglie dalla finestra fino all'arrivo dei carabinieri". E questo si è ripetuto a partire da da due estati fa, ha riferito un altro vicino, quando mamma e piccola sono andate in Marocco. "Era stato allontanato e, infatti, non l'abbiamo visto per un certo periodo. Ma la moglie, forse per paura di ripercussioni, lo aveva fatto ritornare".
Mentre lei, persona riservata, e il volto incorniciato dal velo, era sempre "gentile", lui era "aggressivo" perché "beveva molto". Di problemi ne ha dati parecchi e in particolare a Emanuela Collini, che vive sullo stesso pianerottolo e che un paio di anni fa aveva sporto una sorta di denuncia. "Mi aveva imbrattato la porta di casa e il muro" sulle scale "con il suo sangue - ha spiegato - Si era tagliato i piedi. Qui se l'è presa un po' con tutti, poi con me che sono una donna sola". Anche lei ha affermato che era stato "allontanato" (alle forze dell'ordine non risulta) e che era violento. Tant'è che anche ieri sera ha battuto contro il muro che divide il suo dall'appartamento dell'omicidio e poi ha picchiato alla "mia porta".
Massimo Giordano, il sindaco di Settala, ha spiegato che la famiglia era "sotto osservazione" da parte dei servizi sociali del Comune. "Erano allertati da tempo. Penso che tutto quello che la nostra amministrazione ha fatto era perfettamente conforme alle procedure" e che oltre "non si potesse andare". Eppure anche questa volta non è stato abbastanza. 

 

 

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