L'austero palazzo dell'Archivio di
Stato di via del Senato a Milano che custodisce le carte della
storia della città, è destinato a diventare uno spazio di
cultura fruibile dai cittadini. E lo diventerà con un bando di
concessione di valorizzazione, pubblicato oggi, con cui
l'Agenzia del Demanio e il Ministero della Cultura vogliono
coinvolgere operatori privati nella gestione di due spazi dello
storico Palazzo Senato da destinare a caffetteria, co-working,
sala lettura, ristorante e sala esposizione.
L'annuncio della pubblicazione della procedura pubblica è
avvenuto oggi alla presenza del direttore dell'Agenzia del
Demanio, Alessandra dal Verme, del direttore generale Archivi
del Ministero della Cultura, Antonio Tarasco e del prefetto di
Milano, Claudio Sgaraglia
L'iniziativa si inserisce nell'Accordo Quadro tra l'Agenzia
del Demanio e la Direzione Generale Archivi del Ministero della
Cultura del 2024 che muove da una visione innovativa degli
Archivi di Stato, immaginati come "luoghi delle persone", in cui
la consultazione e l'esposizione delle testimonianze documentali
del passato si integrano con nuovi servizi.
Per la valorizzazione di Palazzo Senato si è scelto di
utilizzare la concessione di valorizzazione fino a 50 anni: è
possibile consultare la documentazione di gara e l'information
memorandum su www.aqenziademanio.it e partecipare al bando entro
le ore 12 del 13 ottobre.
"Gli Archivi di Stato si trasformano in centri di cultura
aperti al pubblico, luoghi di incontro dove si coniugano memoria
e innovazione - ha dichiarato il direttore dell'Agenzia del
Demanio, Alessandra dal Verme. . L'archivio pubblico entra in
relazione con la città e, attraverso operazioni di partenariato,
offre, accanto a sale aperte alla consultazione, multifunzionali
e digitali, anche spazi verdi e luoghi ricreativi.
"Grazie alla sinergia tra il Ministero della Cultura e
l'Agenzia del Demanio, Palazzo Senato si configura sempre più
come un polo culturale dinamico, accessibile e sostenibile, in
grado di rispondere alle esigenze dei cittadini contemporanei
senza tradire la propria identità storica", ha aggiunto il
direttore generale Archivi del Ministero della Cultura, Antonio
Tarasco
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