"Una macumba per far morire Fabio
Ravasio". Questo quanto riferito da una teste durante l'udienza
di oggi davanti alla Corte d'Assise del tribunale di Busto
Arsizio (Varese) dove si sta celebrando il processo per
l'omicidio di Fabio Ravasio. Otto gli imputati, tra i quali
Adilma Pereira Carneiro, brasiliana, 49 anni, compagna di
Ravasio e considerata dall'accusa la mente del piano. Ravasio fu
investito e ucciso da quella che inizialmente era parsa un'auto
pirata il 9 agosto 2024 a Parabiago (Milano). Le indagini hanno
ipotizzato un quadro diverso: per il pubblico ministero Ciro
Caramore la 49enne, ribattezzata la "mantide di Parabiago", ha
orchestrato l'omicidio mettendo il figlio maggiore e il marito
alla guida dell'auto che travolte la vittima. Ad affiancarla nel
piano c'era, sempre per gli inquirenti, Massimo Ferretti, amante
della donna, che ha ammesso il suo coinvolgimento chiedendo -
oggi per la seconda volta - di essere ammesso alla giustizia
riparativa.
Oggi è stata sentita la sorella di Ferretti ed è stata
proprio la donna a spiegare come "Adilma mi disse che faceva dei
riti, delle macumbe, per far morire Ravasio e il cugino. Voleva
far loro venire un tumore". Pereira Carneiro è una seguace della
religione afro-brasiliana Candomblé e, secondo quanto emerso in
aula, faceva riti ed era in costante contatto con i "santoni"
della religione in Brasile. "Con la macumba voleva far morire
Ravasio per ereditarne i soldi - ha aggiunto la teste -. Le
servivano per comprare una cascina".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA