La procura di Milano ha disposto l'autopsia sul corpo di un tramviere dell'Atm di 50 anni, morto ieri dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva all'ospedale San Raffaele.
Il pm Roberta Amadeo, di turno, vuole accertare le cause del malessere, sorto domenica 4 maggio dopo un pranzo con i colleghi in un ristorante di via Filzi, e che per il conducente di tram si è rivelato fatale. Non così per gli altri commensali che si sono sentiti male e che sono finiti in ospedale ma sono stati dimessi senza conseguenze.
L'uomo invece, una volta ritornato a casa, si è sentito di nuovo male. Mercoledì scorso era stato portato in terapia intensiva ed era stato intubato.
Lavorava in Atm da 24 anni Davide Teruzzi, era un tranviere del deposito di Leoncavallo, e conduceva le linee 5, 12 e 33. L'azienda dei trasporti milanesi ha espresso alla famiglia la sua vicinanza e le sue più sentite condoglianze per quanto accaduto.
L'uomo aveva pranzato nel ristorante convenzionato con Atm insieme ad altri 4 colleghi: tutti subito non si sono sentiti bene e si sono rivolti al pronto soccorso.
Teruzzi, che risiedeva a Melzo, è tornato a casa con un certificato di malattia così come i suoi colleghi, ma dopo pochi giorni, mercoledì, si è sentito di nuovo male ed è stato ricoverato in terapia intensiva all'ospedale San Raffaele, dove è morto domenica scorsa.
Atm subito dopo il malore dei 4 dipendenti aveva sospeso in via precauzionale la convenzione con il locale, che era in essere da meno di un anno.
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