"Il 25 aprile una ricorrenza
divisiva? Lo è solo per chi non ha fatto i conti con la storia".
Lo ha detto Tamara Ferretti, presidente dell'Anpi Ancona,
presentando le iniziative in programma nel capoluogo
marchigiano. "La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha
parlato di pacificazione nazionale - ha aggiunto -, di
parificazione, ma bisogna accettare il fatto che in Italia c'è
stata una guerra di liberazione, che il 25 aprile l'Italia si è
liberata dall'occupazione e che ha celebrato la fine della
guerra". Ferretti ha respinto anche la definizione di guerra
civile: "quella è quella che c'è in Sudan, tra un esercito
regolare e dei ribelli. Non è il caso dell'Italia e della
Resistenza". C'è stata la polemica sulle Fosse Ardeatine,
dimenticando "i massacri del 1937 di Addis Abeba e di Debra
Libanos, dove furono uccisi quasi 300 giovani sacerdoti copti,
come rappresaglia per un fallito attentato contro il viceré
dell'Etiopia Rodolfo Graziani, in cui morirono 7 militari
italiani" ha sottolineato Ferretti. "Proprio l'Etiopia dove è
stata da poco in visita la premier - ha incalzato -, una parola
sulle sofferenze inflitte dal fascismo italiano a quei popoli
sarebbe stata utile". Ma secondo Ferretti "non si riesce fare i
conti con il fatto che dopo il 25 aprile aprile alcuni pezzi di
apparato che avevano sostenuto il fascismo e magari fatto anche
cose gravi sono rimasti al loro posto, senza contare connivenze
e coperture che sono venute fuori negli anni successivi". "Il 25
aprile - ha concluso - è un'occasione di chiarezza nazionale,
per dire da che parte si sta, dalla parte della Costituzione
oppure no. Per me vale sempre l'insegnamento di Primo Levi, che
ricordava che il nazismo è stata una metastasi di un tumore che
era in Italia".
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