Una Carmen incendiaria,
animalesca, distruttrice dell'ordine costituito, simbolo come il
toro di una forza ancestrale da mettere sotto controllo e per
questo vittima sacrificale. E' così che il regista Davide
Menghini ha interpretato l'eroina dell'omonima opera di Bizet
che ha inaugurato ieri sera tra gli applausi di un'Arena
Sferisterio sold out la 59/a edizione del Macerata Opera
Festival. Consensi unanimi andati al cast, a partire da Ketevan
Kemoklidze (Carmen), Ragaa Eldin (Don José), Fabrizio Beggi
(Escamillo), Roberta Mantegna (Micaela), quest'ultima
particolarmente apprezzata assieme alla protagonista, alla
puntuale direzione d'orchestra di Donato Renzetti sul podio
della Form-Orchestra Filarmonica Marchigiana, fino all'originale
regia combinata alle scene di Luca Signorini e agli sfolgoranti
costumi di Nika Campisi.
Menghini ha voluto radicare il capolavoro di Bizet nell'arena
maceratese, utilizzata fino al 1930 anche per giostre e corride
tra animali, un spazio di sfogo collettivo su cui ha inserito
una miriade di maschere di derivazione mediterranea in funzione
non tanto carnevalesca quanto carnascialesca, dirompente,
istintuale e senza freni, con riferimenti alla maschera
medievale di Alichino (poi divenuta Arlecchino), presente anche
nell'Inferno dantesco.
Una messa in scena pirotecnica, molto applaudita, che con
pochi elementi scenici ma un utilizzo calibrato di figuranti,
ballerini e coro (quello Lirico Marchigiano 'Vincenzo Bellini'
curato da Martino Faggiani e i Pueri Cantores 'Zamberletti'
diretti da Gian Luca Paolucci e alla Banda Salvadei), riempie
sempre la scena e cattura gli spettatori.
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