"Ancona non fu tra le città italiane più accoglienti per gli esuli istriani in fuga dall'orrore delle foibe e, per questo, deve chiedere scusa". Il sindaco della città dorica, Daniele Silvetti ha celebrato il Giorno della Memoria assumendosi l'onere di "chiedere scusa" per quanto avvenuto nel 1943. Lo ha ripetuto nel corso di questa giornata durante la quale si sono susseguite celebrazioni che hanno rievocato il dramma "che nessuno vuole dimenticare".
Un dramma che è stato ricordato anche nel pomeriggio nel nome di Norma Cossetto, studentessa istriana, catturata e imprigionata, violentata, seviziata e infine gettata in una foiba. Un nome da oggi impresso sulla panchina rossa, 'contro ogni violenza di genere' al Porto Antico, con una targa che porta il suo nome. Una targa che non a caso è posta in un luogo che accoglie chi arriva al porto antico e ricorda la studentessa italiana, istriana di un villaggio nel Comune di Visignano, uccisa dai partigiani jugoslavi e gettata nella foiba di Villa Surani.
"Aver scoperto questa targa sulla panchina rossa - ha detto Silvetti - credo sia anche il modo migliore perché questa comunità, la nostra città chieda scusa. Ancona ha tanti altri meriti ma in questo caso ha mancato, ha mancato gravemente e credo che questo sia un tributo non solo necessario, ma giusto".
A dare voce al dramma delle tante vittime delle rappresaglie di quel periodo, l'attore e doppiatore marchigiano, direttore di scuole di doppiaggio, Luca Violini che ha letto un passaggio, davvero commovente, del libro che ha ricostruito la terribile esperienza della giovane Norma Cossetto. Ad ascoltare la testimonianza molti assessori della giunta comunale, come il vice sindaco Giovanni Zinni, Orlanda Latini, Antonella Andreoli e Angelo Eliantonio.
Di "bellissima iniziativa del Comune di Ancona" ha parlato Emanuele Piloni, coordinatore regionale degli esuli istriani.
"Norma è la figura simbolo di questa tragedia che commemoriamo, suo malgrado è diventata la rappresentazione delle sofferenze subite da migliaia di italiani infoibati, una storia che ancora parla, soprattutto alle donne. Perchè Norma subì una violenza inenarrabile con torture indicibili per un'intera notte, da 17 partigiani comunisti slavi e poi barbaramente gettata nella foiba di Villa Surani ancora viva".
Siamo "qui per un dovere morale, per divulgare il senso stesso di questa legge che ha istituito il Giorno della Memoria, evitando distorsioni e tendenze a sminuirne la portata. Abbiamo il preciso dovere di riportare nel solco giusto e autentico lo spirito che ha mosso il legislatore", ha spiegato Silvetti in mattinata, aprendo la celebrazione alla Facoltà di Economia dell'Università Politecnica delle Marche, all'interno della quale è stata deposta la corona in memoria delle vittime alla presenza dei rappresentanti delle associazioni degli Italiani di Pola e Istria, libero Comune di Pola in esilio, Unione degli Istriani, Associazione Fiumani italiani nel mondo, Associazione Nazionale Venezia Giulia, delle autorità politiche, civile e militari e di una classe degli studenti delle Scuole Donatello.
"Deporre una corona - ha spiegato rivolgendosi agli studenti all'Università - significa ricordare a tutti le sofferenze subite da tanti italiani, di tanti esuli che la nostra città, all'epoca non ha saputo accogliere in modo esemplare. Ancona si è poi riscattata accogliendo nel suo territorio chi ha bisogno di aiuto. La Storia purtroppo - ha ammesso Silvetti - si ripete anche in modo vergognoso. Alle giovani generazioni abbiamo il dovere di tramandare valori che non sono né di destra nè di sinistra, sono di tutti".
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