La Labiopalatoschisi è una
malformazione congenita complessa alle labbra anche chiamata
'labbro leporino' se non collegata al palato, una malattia
pediatrica rara che nelle Marche colpisce circa un bambino ogni
800 nati. Fino a qualche anno fa per affrontare questo tipo di
malformazioni cranio-facciali e anomalie dento-scheletriche, le
famiglie dovevano viaggiare fuori delle Marche e rivolgersi a
centri specializzati. Dal 2019, invece, nell'Azienda
Ospedaliero-Universitaria delle Marche è stato attivato un
percorso diagnostico-terapeutico dedicato. Dal 2021 a oggi, 36 i
bambini hanno potuto riappropriarsi del loro sorriso. A
occuparsene è l'Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale
diretta dal dottor Paolo Balercia, in particolare il dottor
Giuseppe Consorti, grazie anche al sostegno della Fondazione
Smile House ETS (Ente Terzo Settore).
"Il centro è attivo da quasi sei anni - spiega il dottor
Consorti - dopo che il Ministero della Salute ha riconosciuto il
nostro modello e siamo collegati con tutte le pediatrie delle
Marche e con il Centro di Diagnosi Prenatale di secondo livello
di Loreto a cui noi offriamo consulenze su patologie
pediatrico-infantili. Dopo essere partiti da zero nel 2019, il
95% degli interventi di Labiopalatoschisi di pazienti
marchigiani ora li facciamo noi. Questo dato spiega una delle
finalità del percorso diagnostico, ossia aver praticamente
azzerato le migrazioni sanitarie. Prima di allora non esistevano
nelle Marche altre strutture in grado di affrontare questa
malattia rara e seguirne il decorso durante la crescita dei
piccoli pazienti".
La diagnosi della Labiopalatoschisi può essere fatta già
durante la gravidanza, qualora si evidenzi il problema. In ogni
caso, esiste un periodo di tempo entro cui i chirurghi
maxillo-facciali devono intervenire sui bambini: "Questo periodo
va dagli 8 ai 18 mesi - aggiunge il dottor Consorti - ed è
importante tenerlo a mente. Essendo ormai strutturati sul
territorio e con una struttura operativa ormai consolidata, il
modello virtuoso procede bene. L'altra finalità raggiunta,
rafforzata e raccontata durante un recente convegno, è quella di
aver messo a sistema una Rete Regionale delle Malattie Rare dove
figura anche la Labiopalatoschisi".
L'occasione è stata l'incontro organizzato a inizio febbraio
dall'Ipsia Benelli di Pesaro dedicato a Ortodonzia e Chirurgia
Maxillo-Facciale: Nuove Frontiere nelle Anomalie Scheletriche e
Malformazioni Craniofacciali. Formazione e Divulgazione
Scientifica in campo Odontoiatrico e Maxillo-Facciale. Il
convegno è stato il risultato di una stretta collaborazione tra
l'Istituto scolastico pesarese, il reparto di Chirurgia
Maxillo-Facciale dell'Aoum e la Fondazione Smile House. I
responsabili scientifici dell'evento sono stati, appunto, il
dottor Giuseppe Consorti, dirigente medico della Chirurgia
Maxillo-Facciale di Torrette, e il dottor Domenico Scopelliti,
vicepresidente della Fondazione Smile House ETS. Il tema al
centro dell'incontro sono state la Labiopalatoschisi e le
malformazioni craniofacciali, patologie che richiedono un
approccio multidisciplinare per un trattamento efficace e
personalizzato. In quella occasione è stato approfondito il
percorso diagnostico-terapeutico in questione che inizia dalla
diagnosi prenatale e prosegue fino al completamento della
crescita.
Il trattamento coinvolge una stretta collaborazione tra
specialisti quali odontotecnici, odontoiatri e chirurghi
maxillofacciali, il cui contributo è fondamentale per il
ripristino morfologico e funzionale del paziente: "Il risultato
più importante uscito da quell'incontro è stata la riunione di
ben tre gradi di istruzione e tre fasi dell'apprendimento -
conclude il Dottor Consorti . Ad ascoltare e prendere coscienza
c'erano alunni delle superiori, studenti universitari della
Politecnica di Ancona e specializzandi".
La cura delle malformazioni congenite sui pazienti pediatrici è
uno dei fiori all'occhiello dell'Azienda
Ospedaliero-Universitaria delle Marche: "Non lasciamo indietro
nessuno e ci poniamo sempre al servizio dei cittadini, cercando
di elevare ogni giorno il livello degli standard qualitativi di
diagnosi e terapie. - commenta il direttore generale di Aoum,
Armando Marco Gozzini - Va da sé che quando di mezzo ci sono i
bambini la nostra attenzione cresca ulteriormente".
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