L'azienda Imr rispetti il piano
industriale inizialmente concordato e ne presenti uno nuovo in
conformità per il rilancio e la salvaguardia dei livelli
occupazioni dello stabilimento ex Caterpillar di Jesi (Ancona),
anche in considerazione del fatto che a fine maggio scadrà la
cassa integrazione per i lavoratori rimasti che sono oltre 90.
Lo chiede una mozione, firmata dal presidente del Consiglio
regionale Dino Latini e dai capigruppo, approvata all'unanimità
(28 favorevoli) dall'Aula, accogliendo la proposta di ordine del
giorno delle delegazioni Fiom, Fim e Uilm. Alcuni lavoratori e
sindacalisti erano sulle tribune durante la votazione.
La mozione impegna la giunta e l'Assemblea a proseguire
nell'azione per risolvere la vertenza Imr (Ex Caterpillar).
Stamattina dipendenti Imr e sindacati, con felpe e bandiere,
hanno messo in atto un presidio davanti a Palazzo Leopardi, sede
regionale dell'aula consiliare; una delegazione sindacale
Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil ha poi incontrato il presidente
Latini, il vice Maurizio Mangialardi, i capigruppo consiliari e
l'assessore al Lavoro Stefano Aguzzi. Presente anche il sindaco
di Jesi Lorenzo Fiordelmondo.
L'atto varato dall'Aula chiede che Imr presenti un nuovo
piano industriale in coerenza con quello concertato, rimasto
inattuato nonostante la prossima scadenza della cassa
integrazione, e specifichi la produzione che verrà attuata nello
stabilimento: sui 200 dipendenti ex Caterpillar ne sono rimasti
oltre 90, anche a seguito di uscite volontarie, ma nello
stabilimento lavorano solo 5-6 unità impiegatizie visto che il
resto dei lavoratori è ancora in cassa integrazione fino a fine
maggio. "La messa in discussione del piano industriale da parte
dell'azienda suscita preoccupazione - ha sottolineato Latini, ad
avvio di seduta - ed è necessario sostenere la mobilitazione dei
lavoratori che vedono messo a rischio il futuro del proprio
posto di lavoro". La mozione riguarda anche l'azione della
giunta per coinvolgere il ministero delle Imprese e del Made in
Italy per superare la situazione di crisi e proseguire il
percorso avviato in precedenza.
In aula si sarebbero dovuti discutere alcuni atti presentati in
aula sul settore.
In aula anche l'intervento del presidente della Regione
Francesco Acquaroli che ha espresso il proprio sostegno nella
vertenza, annunciando la prossima riconvocazione da parte
dell'assessore Aguzzi del tavolo regionale e della
sollecitazione al ministero a riaprire il tavolo nazionale. Nel
suo intervento, Aguzzi ha riperso la vicenda iniziata tre anni
fa e gli incontri, sottolineando l'impegno e l'azione costante
della giunta per favorire la risoluzione della vicenda per
tutelare i livelli occupazionali.
"Nel sito di Jesi ancora di fatto non sono rientrati i
lavoratori - ha sottolineato a margine Sara Galassi (Fiom) - Il
piano industriale deve essere ripresentato dall'azienda e
riguardare un numero di lavoratori identico a quello di due anni
e mezzo fa. Serve anche l'intervento del ministero: assessore e
Giunta devono coinvolgerlo affinché venga riportata al tavolo la
vertenza Imr".
"L'azienda non sta mantenendo quello che aveva promesso a
lavoratori e sindacati: - ha ricordato David Medici (Uilm) siamo
alla terza messa in discussione del piano industriale. Avevano
promesso che entro due anni sarebbero stati in grado di
riportare il lavoro nel sito di Jesi della linea Lamborghini e
investire su altri settori di mercato, ma non è avvenuto. A Jesi
lavorano in 5-6 persone per due giorni a settimana, impiegati:
dunque non si può dire che lo stabilimento si attivo. Sui circa
200 lavoratori iniziali sono rimasti in poco più di 90 che sono
in cassa integrazione in scadenza a maggio".
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