"Ho voluto sostenere questo
progetto, un progetto sacro perché si occupa del dolore dei
bambini. Nessuno dovrebbe soffrire, ma i bambini in particolar
modo". Così Nazzarena Barboni, che per la realizzazione dell'hub
ad Ancona per le cure palliative in campo pediatrico ha donato
40mila euro, dopo aver perso nel 2007 il suo secondogenito,
Raffaello, ha spiegato l'impegno della sua onlus 'Raffaello' per
sostenere il Centro inaugurato oggi.
"Ho visto mio figlio morire nel 2007, quando le cure
palliative erano proprio gli albori, esistevano solo i boletti
di morfina. Ho capito che bisognava fare qualcosa. Ho chiesto a
Simone Pizzi cosa potevo fare" perché "vedere morire un figlio
nel dolore è la cosa più devastante che una madre possa vedere
nella vita".
"In pochissimi mesi la malattia mi ha strappato il figlio, -
ha ricordato - pensavo di non potercela fare invece il miracolo
grande che ha fatto questo figlio è di farmi vedere che non
c'era solo il mio dolore, ma c'era il dolore degli altri di cui
mi potevo prendere cura e che mi poteva salvare da tutto. Il
dolore ovviamente non è passato, ma la disperazione sì: se ne è
andata nel momento in cui ho iniziato a prendermi cura degli
altri, dei bambini, in primis dei bambini dell'oncologia del
Salesi".
Ma l'associazione 'Raffaello' guarda anche altre realtà.
"Siamo stati in Etiopia, nel 2020 abbiamo costruito una scuola
per 350 bambini, siamo stati tre volte al confine turco-siriano
dove abbiamo portato aiuti umanitari ai bambini, abbiamo delle
case di accoglienza a Torrette dove ospitiamo i bambini
gratuitamente. E questo è il miracolo di Raffaello. Io sono
stata usata da lui", ha spiegato Nazzarena Barboni durante
l'inaugurazione stamattina dell'Hub cure palliative.
"Raffaello guida veramente i miei passi - ha sottolineato,
con non poca emozione - e mi dà quella forza che io non pensavo
di avere. Poi la forza si trova, ma la devi trovare dentro di
te, aiutando gli altri". Un plauso per il suo impegno è venuto
dall'assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini: "è
un esempio che molti dovrebbero seguire".
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