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Cure palliative, 'ho visto mio figlio soffrire, non è giusto'

Cure palliative, 'ho visto mio figlio soffrire, non è giusto'

Nazzarena Barboni donatrice per l'hub inaugurato oggi ad Ancona

ANCONA, 05 marzo 2025, 14:29

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Ho voluto sostenere questo progetto, un progetto sacro perché si occupa del dolore dei bambini. Nessuno dovrebbe soffrire, ma i bambini in particolar modo". Così Nazzarena Barboni, che per la realizzazione dell'hub ad Ancona per le cure palliative in campo pediatrico ha donato 40mila euro, dopo aver perso nel 2007 il suo secondogenito, Raffaello, ha spiegato l'impegno della sua onlus 'Raffaello' per sostenere il Centro inaugurato oggi.
    "Ho visto mio figlio morire nel 2007, quando le cure palliative erano proprio gli albori, esistevano solo i boletti di morfina. Ho capito che bisognava fare qualcosa. Ho chiesto a Simone Pizzi cosa potevo fare" perché "vedere morire un figlio nel dolore è la cosa più devastante che una madre possa vedere nella vita".
    "In pochissimi mesi la malattia mi ha strappato il figlio, - ha ricordato - pensavo di non potercela fare invece il miracolo grande che ha fatto questo figlio è di farmi vedere che non c'era solo il mio dolore, ma c'era il dolore degli altri di cui mi potevo prendere cura e che mi poteva salvare da tutto. Il dolore ovviamente non è passato, ma la disperazione sì: se ne è andata nel momento in cui ho iniziato a prendermi cura degli altri, dei bambini, in primis dei bambini dell'oncologia del Salesi".
    Ma l'associazione 'Raffaello' guarda anche altre realtà.
    "Siamo stati in Etiopia, nel 2020 abbiamo costruito una scuola per 350 bambini, siamo stati tre volte al confine turco-siriano dove abbiamo portato aiuti umanitari ai bambini, abbiamo delle case di accoglienza a Torrette dove ospitiamo i bambini gratuitamente. E questo è il miracolo di Raffaello. Io sono stata usata da lui", ha spiegato Nazzarena Barboni durante l'inaugurazione stamattina dell'Hub cure palliative.
    "Raffaello guida veramente i miei passi - ha sottolineato, con non poca emozione - e mi dà quella forza che io non pensavo di avere. Poi la forza si trova, ma la devi trovare dentro di te, aiutando gli altri". Un plauso per il suo impegno è venuto dall'assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini: "è un esempio che molti dovrebbero seguire".
   

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