Tra Staffolo e Cingoli, il 25
novembre 2023, l'inseguimento a bordo di un furgone e due colpi
di fucile da caccia calibro 12 esplosi contro un'altra auto in
movimento che ferirono gravemente ad un polmone un tunisino: il
ferito era stato colpito per sbaglio perché il bersaglio era in
realtà un altro passeggero dell'auto. Per tentato omicidio e
porto abusivo di armi, il gup di Macerata Daniela Bellesi ha
rinviato a giudizio le due persone che erano a bordo del
furgone: il conducente e titolare di un'azienda agricola, Marco
Carzedda, 46 anni, e Hamza Guesmi, 37 anni, tunisino.
Quest'ultimo secondo l'accusa, sparò materialmente contro
l'altra auto. Il processo inizierà davanti al Tribunale di
Macerata il prossimo 6 maggio.
L'agguato, secondo quanto poi ricostruito dai carabinieri,
scaturì da un'assunzione fittizia in agricoltura, non andata a
buon fine, e la mancata restituzione ad un bracciante di 3mila
euro anticipati. Prima della sparatoria, i cinque tunisini che
erano a bordo dell'auto inseguita, sarebbero andati in azienda
agricola a pretendere la restituzione del denaro, prendendosela
con Guesmi e poi con l'auto di Carzedda, prima di allontanarsi.
A quel punto i due imputati, a bordo di un Opel Combo,
iniziarono ad inseguire i cinque sull'altra auto: mentre
Carzedda guidava, Guesmi si sarebbe sporto fuori dal finestrino
e avrebbe esploso due colpi; uno era andato a vuoto mentre
l'altro aveva distrutto il lunotto posteriore dell'altra auto,
ferendo il tunisino alla schiena. Ora questa ricostruzione
passerà al vaglio del tribunale di Macerata nel dibattimento.
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Roberto Regni (per
Carzedda), Alberto Ghini e Alessandro Genovali (per Guesmi); le
parti offese sono assistite invece rispettivamente dagli
avvocati Stella Pancari, Dorina Merdini e Giuseppe Caldarola.
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