Eolico sì, eolico no nelle
Marche. Un dibattito aperto che vede su fronti opposti delle
barricate Legambiente, che sostiene le pale eoliche, e i Comuni
contro "mega impianti nei loro territori". In particolare il
sindaco di Sassoferrato (Ancona), Giuseppe Fabbroni secondo il
quale "lo Stato e la Regione sono assolutamente in ritardo su
questi temi e noi non possiamo pagarne le conseguenze"; chiede
che ora si "provveda con la massima celerità a individuare le
aree idonee e non idonee nel rispetto delle esigenze di tutela
di tutto il patrimonio territoriale, nonché delle specifiche
competenze dei ministeri per i Beni e le Attività culturali e
per il turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali
e dell'ambiente e della tutela del territorio, delle regioni e
dei Comuni".
L'accusa di Fabbroni è che "si lascia a poche società
multinazionali uno spazio assolutamente speculativo,
caratterizzato da opacità e mancata certezza anche nella
effettiva capacità di produzione di energia rinnovabile,
finalizzato solo a incamerare gli incentivi disponibili e che
noi utenti paghiamo nelle bollette". Secondo il sindaco di
Caldarola, "non è vero che alla crescita delle fonti rinnovabili
corrisponde un risparmio nelle bollette, lo confermano le stesse
società che propongono i mega impianti. L'energia prodotta dai
grandi impianti non è destinata al consumo locale, ma alla rete
nazionale. Per produrre energia destinata alle comunità locali
bisogna costituire le Comunità energetiche rinnovabili a livello
comunale o intercomunale". Da Caldarola ribadisce che "i Comuni
montani e le comunità che li abitano non possono lasciare che le
loro caratteristiche territoriali vengano distrutte per favorire
questa speculazione, a maggior ragione in una zona duramente
colpita dal sisma".
Invece che mega progetti per nuovi impianti eolici, Fabbroni
chiede che "si sospendano i procedimenti di Valutazione di
impatto ambientale dei progetti a oggi presentati, fino alla
definizione di un corretto quadro programmatori a cui debbono
partecipare le comunità locali - dice Fabbroni -. La Regione si
impegni a elaborare velocemente un piano, partecipato dalle
comunità locali, per l'individuazione delle aree idonee e non
idonee, applicando poi quanto previsto dallo studio Ispra 2024 e
tenendo conto che le aree appenniniche debbono essere
considerate non idonee per i maxi impianti eolici e
fotovoltaici". Il sindaco invita il governo ad approvare "una
legge nazionale di tutela del suolo e ai Comuni la costituzione
delle Comunità energetiche rinnovabili che possono consentire
effettivi vantaggi in termini di risparmio alle popolazioni
locali".
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