"Prendiamo atto della mancata
sospensiva decisa dal Tar Marche, che rispettiamo, anche se non
ci convince la mancata valutazione del parere della
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che chiedeva
venissero fatti progetti alternativi". Sono le parole delle
associazioni di Senigallia Italia Nostra, Gruppo Società
Ambiente, Confluenze, Archeoclub d'Italia e Amici della foce del
fiume Cesano che aveva presentato ricorso al tribunale
amministrativo regionale per fermare il progetto del nuovo ponte
Garibaldi, giudicato troppo impattante a livello urbanistico,
architettonico, viario ed economico.
Allo stesso tempo, però, le associazioni promettono ancora
battaglia, in altre sedi e in altre forme, "contro un'opera
imposta unilateralmente dal vicecommissario" delegato per gli
eventi meteorologici del settembre 2022 Stefano Babini. A loro
giudizio, il progetto presentato, oltre a danneggiare il centro
storico, "non servirà per la sicurezza dalle alluvioni non
assolvendo ad alcuna funzione di contenimento del rischio
idraulico", ma "toglierà importantissime risorse che potrebbero
essere investite per realizzare le vasche di espansione e di
laminazione, uniche opere in grado di impedire future
esondazioni".
Soddisfazione per la sentenza del Tar delle Marche, invece,
è stata espressa invece dal 'Comitato tra 2 fiumi - Le imprese
per il territorio'. L'ente nato a Ostra (Ancona), uno dei centri
più duramente colpiti dall'alluvione del 2022, aveva nei giorni
scorsi presentato controricorso con l'obiettivo di "contrastare
un ricorso che, se accolto in sede cautelare, avrebbe potuto
avere l'effetto di interrompere i lavori di messa in sicurezza
idraulica del territorio alluvionato e di bloccare tutte le
misure di sostegno economico previste per imprese e cittadini".
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