Alle 22:39 del 9 ottobre 1963
un'enorme frana si staccò dal monte Toc e, precipitando nel
bacino sottostante, creò un'immensa onda d'acqua che scavalcò la
diga e si riversò su Longarone. Per la storia, è la tragedia del
Vajont, un'immane sciagura che provocò 1.910 vittime e
distruzione. A quel tragico evento è legato un pezzo del Molise.
Nelle ore successive al disastro fu infatti nominato Alto
Commissario governativo il parlamentare molisano della Dc
Giacomo Sedati (Lanciano 1921-Roma 1984), Ministro
dell'Agricoltura nei governi Leone e Rumor, più volte
Sottosegretario, presidente di Commissioni parlamentari e, nel
1946, primo sindaco di Riccia (Campobasso).
Nel racconto all'ANSA, in occasione del 50/o anniversario
della tragedia, il compianto Marcello Palmieri, ex prefetto a
Cosenza, Campobasso, Ancona e Modena e, all'epoca dei fatti,
Capo della segreteria dell'Alto Commissario governativo per il
Vajont ripercorse quei drammatici momenti e le fasi successive.
"Arrivai quattro giorni dopo il disastro e mi resi conto che il
problema immediato era quello del recupero delle salme. Furono
sistemate tutte nel cimitero di Fortogna a pochi chilometri da
Longarone. La scena che si presentò ai nostri occhi fu di una
tristezza infinita. Giacomo Sedati ogni settimana era a Belluno.
Una mattina mi trovavo nella sua stanza quando arrivò una
telefonata". Era il presidente del Consiglio dei ministri
(Giovanni Leone ndr). "Ci sono migliaia di morti, tutti i soldi
che vuoi te li do'". Sedati, ricordò Palmieri, rispose: "Io non
amministro una lira, i soldi li devono amministrare i
rappresentanti delle comunità colpite dalla tragedia".
Fu nominata una Commissione, presieduta da Sedati e composta
dai prefetti di Belluno e Udine, dai due presidenti delle
Amministrazioni provinciali e dai delegati dei Comuni
disastrati. Nella prima riunione Sedati fu chiaro e diretto: "Il
Governo ha messo a mia disposizione, e io metto a disposizione
della Commissione, diversi miliardi da destinare alle famiglie
sinistrate. Dettò i criteri per l'elargizione dei fondi, ma lui
non amministrò una sola lira".
Dopo soli sette mesi Sedati si dimise in quanto ritenne
esaurita la sua funzione straordinaria. "Un altro uomo politico
- le parole di Palmieri - sarebbe rimasto per la ricostruzione
fino ai giorni d'oggi".
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