/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Arrestate Dodik', in Bosnia tensione alle stelle

Arrestate Dodik', in Bosnia tensione alle stelle

Al leader serbo-bosniaco l'appoggio di Mosca e Belgrado

BELGRADO, 13 marzo 2025, 09:05

Redazione ANSA

ANSACheck
© ANSA/EPA

© ANSA/EPA

Tensione alle stelle in Bosnia-Erzegovina, dove la Procura statale ha emanato un ordine di arresto per Milorad Dodik, il leader nazionalista serbo-bosniaco e presidente della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba del Paese balcanico, con l'accusa di attentato all'ordine costituzionale. Analoghi ordini di arresto, con la medesima accusa, sono stati disposti dai giudici per il premier dell'entità Radovan Viskovic e il capo del parlamento locale Nenad Stevandic. Provvedimenti che rinnovano e acuiscono ulteriormente il duro braccio di ferro tra le autorità centrali della Bosnia-Erzegovina a Sarajevo e il leader serbo-bosniaco, da tempo nell'occhio del ciclone e nel mirino della comunità internazionale per le sue crescenti aspirazioni separatiste.
    Stati Uniti e Gran Bretagna hanno per questo sanzionato a più riprese Dodik sul quale pendono anche pesanti accuse di corruzione per operazioni economiche e finanziarie poco chiare condotte unitamente a esponenti della sua famiglia. L'ordine di arresto è giunto nel giorno del compleanno di Dodik, che non si è mostrato peraltro eccessivamente preoccupato, ribadendo la sua posizione secondo cui si tratterebbe di una lunga e ostile "persecuzione politica" ai suoi danni. "Tutto ciò è motivato politicamente. Non sono arrabbiato e non lascerò mai la Republika Srpska. Se qualcuno pensa che siamo dei codardi si sbaglia di grosso", ha detto Dodik in conferenza stampa insieme a Viskovic e Stevandic. E ha denunciato un piano per abbattere la Republika Srpska "organizzato dai bosniaci musulmani" sulla base di decisioni di "uno straniero" che a suo dire non ha alcuna legittimità e potere per emanare tali decisioni. Il riferimento è all'Alto rappresentante internazionale in Bosnia-Erzegovina, il tedesco Christian Schmidt, nemico numero uno di Dodik, del quale il leader serbo-bosniaco e l'intera dirigenza della Republika Srpska, appoggiati da Serbia e Russia, non riconoscono la legittimità. A innescare la nuova e profonda crisi politica e istituzionale in Bosnia-Erzegovina - a 30 anni dalla fine della guerra e dall'accordo di pace di Dayton - è stata la condanna di Dodik in primo grado a fine febbraio a un anno di reclusione e sei di interdizione da ogni attività politica per disobbedienza alle delibere dell'Alto rappresentante. Per tutta risposta il Parlamento della Republika Srpska ha adottato in tempi brevi una legge che vieta l'attività sul territorio dell'entità degli organi centrali di giustizia e polizia che fanno capo a Sarajevo. Legge subito sospesa dalla Corte costituzionale di Bosnia-Erzegovina, con Dodik, Viskovic e Stevandic che hanno al tempo stesso ignorato una convocazione da parte della Procura. In tale situazione di scontro aperto e altissima instabilità in Bosnia-Erzegovina - visitata due giorni fa dal segretario generale della Nato Mark Rutte - pieno appoggio a Dodik è stato espresso da Serbia e Russia, suoi tradizionali alleati. Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, in un messaggio con gli auguri di compleanno, ha parlato di "assurdo processo politico" ordito contro il leader serbo-bosniaco, "un insulto alla giustizia" e di un colpo contro la Republika Srpska "ispirato dall'estero". Per il presidente serbo Aleksandar Vucic, l'ordine di arresto per Dodik favorisce la "destabilizzazione" e crea "un totale caos nella regione".
    Preoccupato il premier serbo dimissionario Milos Vucevic, secondo il quale l'arresto di Dodik "aprirebbe la strada verso la guerra civile". Il riacutizzarsi delle tensioni ha indotto la Eufor, la missone militare dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina, a rafforzare le proprie truppe, con reparti aggiuntivi che stanno affluendo da ieri nel Paese balcanico.
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza

ANSA Corporate

Se è una notizia,
è un’ANSA.

Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.