Il leader serbo-bosniaco Milorad
Dodik, a carico del quale la giustizia bosniaca ha inviato
all'Interpol un mandato di arresto internazionale per attentato
all'ordine costituzionale, ha confermato oggi di essere tornato
in Bosnia-Erzegovina (BiH) da Israele, senza tuttavia precisare
dove effettivamente si trovi.
"Sono arrivato", si è limitato a scrivere su X, alimentando
congetture e speculazioni su dove sia realmente. Al momento si
sa che, dopo un soggiorno di tre giorni in Israele dove ha
partecipato a una conferenza sull'antisemitismo, Dodik ha
lasciato il Paese a bordo di un aereo governativo della
Republika Srpska (Rs), l'entità a maggioranza serba della BiH di
cui è presidente, dopo che il tribunale di Sarajevo aveva
confermato la richiesta di un ordine internazionale di arresto
nei suoi confronti. L'aereo, sembra nella notte fra giovedì e
venerdì, aveva fatto scalo a Belgrado, prima di proseguire per
Banja Luka, il capoluogo della Rs, ma nessuna conferma è giunta
sulla presenza del leader serbo-bosniaco in entrambi gli
aeroporti. Interpol intanto non ha ancora comunicato
l'accettazione o meno della richiesta di arresto del Tribunale
statale di BiH, e se tale richiesta è in linea con i criteri
previsti. Un articolo dello statuto di Interpol impedisce
infatti l'arresto se nella richiesta vi siano connotazioni
politiche, religiose o razziali. A fine febbraio Dodik era stato
condannato a un anno di reclusione e sei di interdizione
dall'attività politica e dalla sua carica di presidente della Rs
per disobbedienza alle delibere dell'Alto rappresentante
internazionale in BiH Christian Schmidt. Per tutta risposta il
parlamento locale della Rs aveva adottato un provvedimento che
vieta attività e decisioni del Tribunale statale bosniaco, della
Procura bosniaca e della polizia centrale di BiH sul territorio
della Rs. Cosa questa che aveva indotto le autorità di BiH a
Sarajevo a mettere sott'inchiesta Dodik, unitamente al premier e
al capo del parlamento della Rs, con l'accusa di attentato
all'ordine costituzionale. Dopo che i tre non hanno risposto
alla convocazione da parte della Procura statale per dar conto
di tale accusa, nei loro confronti è stato emesso un ordine di
arresto valevole per il territorio nazionale della BiH. Ordine
che è stato poi esteso a livello internazionale, con richiesta
all'Interpol, dopo che Dodik e il capo del parlamento
serbo-bosniaco Nenad Stevandic hanno oltrepassato il confine
recandosi in Serbia, e Dodik successivamente in Israele. Da
tempo Dodik è nel mirino della comunità internazionale per le
sue crescenti aspirazioni separatiste. La commissaria Ue
all'allargamento Marta Kos, in una intervista oggi all'emittente
balcanica allnews N1, definendo la situazione in BiH tesa e
complicata, ha puntato il dito contro Dodik affermando che a
causa delle sue posizioni non può essere un partner o un
interlocutore della Ue nelle discussioni sul cammino europeo
della Bosnia-Erzegovina.
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