(di Gianluca Falco) In una Romania ancora sotto shock per il clamoroso annullamento in extremis del primo turno delle elezioni presidenziali, con i forti sospetti di ingerenza russa a sostegno del candidato vincitore di estrema destra Calin Georgescu, arriva il momento dell'inchiesta giudiziaria.
Gli inquirenti hanno avviato una serie di perquisizioni dirette a verificare eventuali reati di corruzione elettorale, riciclaggio di denaro, falsificazioni di natura informatica, ma anche possibili violazioni della legge che proibisce l'attività di formazioni neofasciste, razziste e xenofobe.
I controlli di
polizia e magistratura si sono concentrati in particolare su
alcune abitazioni di Brasov, città della Romania centrale, e nel
mirino vi sarebbe tra l'altro una persona coinvolta nel
finanziamento illegale della campagna elettorale di Georgescu,
condotta pressocché interamente su TikTok.
L'eco della vicenda romena, che coinvolge un Paese membro
della Ue e con posizione strategica nel fronte sudorientale
della Nato, al confine con l'Ucraina, nel frattempo non smette
di propagarsi in Europa e, in Italia, spacca la maggioranza di
governo. A prendere una netta posizione contro la decisione
della Corte di Bucarest è stata la Lega, secondo cui "annullare
il voto democratico" perché non gradito a Soros e alla Ue, "è un
precedente allarmante e molto pericoloso". Il caso, a dicembre,
quasi certamente approderà alla Plenaria dell'Eurocamera. E sarà
scontro. Anche perché la Commissione è pienamente al fianco
della scelta della Corte Costituzionale.
In una telefonata con il presidente Klaus Iohannis, Ursula
von der Leyen ha assicurato che l'Ue vigilerà affinché le
piattaforme rispettino il Digital Service Act. "Spetta al popolo
rumeno decidere cosa è meglio per il proprio Paese, senza
interferenze straniere", ha dichiarato la leader Ue. Iohannis ha
sottolineato la legittimità della decisione dei giudici, ha
invitato tutti a rispettarla e a guardare avanti con fiducia al
futuro stabile e democratico del Paese balcanico.
All'annullamento del voto presidenziale da parte della Corte
costituzionale, a soli due giorni dal ballottaggio, si è giunti
dopo la desecretazione di documenti riservati dei servizi di
intelligence, che mettono sotto accusa il ruolo di TikTok e le
presunte manovre destabilizzanti della Russia. Le reazioni al
verdetto dell'Alta Corte, in Romania, sono state contrastanti.
Mentre alcuni leader politici, tra i quali il premier
socialdemocratico Marcel Ciolacu, l'hanno considerato "l'unica
decisione corretta", altri, compresi i due sfidanti del mancato
ballottaggio di domani Calin Georgescu ed Elena Lasconi, l'hanno
criticato aspramente, definendolo "illegale", "immorale" e
"antidemocratico". Con Georgescu che non ha esitato a parlare di
un autentico "colpo di stato", invitando gli elettori a recarsi
alle urne domani, data in cui sarebbe dovuto tenere il
ballottaggio.
In tanti, tra analisti e osservatori, si interrogano sempre
più in Romania su quello che viene ritenuto il 'fantasma della
Russia' che aleggia alle porte dell'Unione europea, in un'azione
che sfrutta al massimo le moderne tecnologie, in primo luogo le
piattaforme social. E un esempio molto chiaro sarebbe stato
proprio la massiccia promozione su TikTok del candidato di
estrema destra e filorusso Georgescu, che ha dichiarato
ufficialmente zero spese per la campagna elettorale, nonostante
le ultime indagini che avrebbero rivelato donazioni non
dichiarate fino a un milione di euro da fonti terze. Elementi
questi che hanno sollevato sospetti sull'integrità delle
elezioni, portando la Corte a decidere per l'annullamento del
voto.
E' facile intuire quanto questa decisione abbia generato una
situazione politica complessa. Il presidente Iohannis, il cui
mandato è in scadenza il 21 dicembre, rimarrà al suo posto fino
a quando non sarà eletto un suo successore attraverso nuove
elezioni, la cui data verrà stabilita dal nuovo governo. Governo
tuttavia che, ad una settimana dalla elezioni legislative del 1
dicembre, deve ancora formarsi. Ed è un'operazione tutt'altro
che semplice, con il Partito socialdemocratico, vincitore del
voto, alla ricerca di una larga coalizione con le altre forze
centriste e moderate per far fronte all'ultradestra, che può
contare in complesso su oltre il 30% in parlamento.
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