(di Stefano Ambu)
La storia dei nuraghi e delle
domus de janas riletta e rilanciata dall'intelligenza
artificiale. Anche con l'aiuto degli atenei sardi e di
un'università degli Stati Uniti.
Si fa sul serio: presentato oggi a Sa Manifattura a Cagliari
il primo polo internazionale dell'intelligenza artificiale in
archeologia, AI Archeo-HUB. È frutto del protocollo d'intesa tra
l'associazione Sardegna verso l'Unesco, l'Università di
Cagliari, l'Università di Sassari e la DukeUniversity, che
agisce attraverso il suo Dig@Lab presso il Dipartimento di Arte,
Storia dell'Arte e Studi Visivi di Durham, con sede in North
Carolina.
Il centro, che ha la sua sede a Sa Manifattura, mira a
combinare ricerca innovativa, formazione avanzata
interdisciplinare e coinvolgimento della comunità. Attraverso
tecnologie di intelligenza artificiale, il progetto svilupperà
nuovi modelli per la classificazione automatica dei manufatti,
ricostruzioni virtuali dettagliate di strutture architettoniche
e predizioni di nuovi siti archeologici ancora da scoprire.
Anche l'inventariazione e catalogazione dei siti nuragici
esistenti si potrà avvalere di classificazione automatiche
basate su telerilevamento e "machine learning".
Fra le prossime attività in programma: la creazione di una
summerschool internazionale dedicata all'intelligenza
artificiale applicabile all'archeologia nuragica, un nuovo e
aggiornato inventario digitale sui nuraghi e uno studio
neuro-cognitivo dell'architettura e dell'arte nuragica.
"Siamo al Ground Zero, al punto di partenza di un viaggio
lungo - ha detto Maurizio Forte, Duke University -. Spesso
capita in archeologia che i monumenti vengono solo visti come
pietre isolate congelate nel tempo e quindi non comunicano
purtroppo adeguatamente al grande pubblico. In questo le
simulazioni di intelligenza artificiale aumentano questo tipo di
conoscenze, soprattutto arrivano a livelli di realismo che
diventano sempre più convincenti per un audience magari che non
è preparata adeguatamente o che ha difficoltà a studiare il
tema. Ecco questo credo che sia uno degli aspetti centrali
rispetto e quello che speriamo di fare".
Forte già da questo pomeriggio effettuerà dei sopralluoghi
nelle zone archeologiche vicino a Cagliari.
"L'IA non riguarda soltanto l'ingegneria, l'elettronica, ma è
un tema culturale, qualcosa di molto ampio, su cui noi ateneo
ovviamente siamo presenti e stiamo lavorando. Sarà la prossima
sfida - ha detto il rettore di Cagliari, Francesco Mola -. C'è
stata la sfida di internet anni fa, nel 2000, adesso abbiamo un
altro tipo di sfida, quella dell'intelligenza artificiale.
L'affronteremo e come sempre cercheremo di evitare un digital
divide".
"Per noi è una giornata molto importante. Tutta la Sardegna è
concentrata su questo nuovo settore - ha spiegato il rettore di
Sassari Gavino Mariotti - e anche le università sono concentrate
nel dare il loro contributo. L'intelligenza artificiale è
sicuramente un tema molto delicato. Ma è anche un nuovo
argomento che ci stimola anche ad adeguarci a queste nuove
tecnologie".
Associazione pronta alla sfida. "Le radici della nostra
identità - ha detto il presidente dell'associazione Pierpaolo
Vargiu - stanno sicuramente anche all'interno della civiltà
nuragica. Oggi abbiamo la possibilità di unite alle radici del
passato la straordinaria innovazione del futuro che è
rappresentata dall'intelligenza artificiale. L'accordo, che è il
primo in Italia per un obiettivo di questo genere, mette a
disposizione dei ricercatori sardi uno strumento di alta
formazione, di conoscenze, di studio che ci consente di
raccontare finalmente cose nuove in un modo assolutamente
innovativo su una civiltà che può diventare per la Sardegna un
volano di sviluppo economico straordinario".
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