La sera del 5 novembre durante la Contemporary Art Week torinese, si aprirà alla città un gioiello restituito all'antico splendore.
Villa Sanquirico, così denominata per via del suo primo proprietario, Carlo Sanquirico, diventa uno spazio d'arte, un'architettura liberty stupendamente conservata, datata 1896, con un parco che la cinge.
Ospiterà un
gruppo di artisti con le loro opere. Il loro legame è la
relazione con Torino, declinata in varie sfumature. Ogni stanza
un artista, il giardino diventa parco d'arte con installazioni
nel verde.
Nelle sale della Villa, si incontrano le grandi carte di
Nicola Bolla, le statue di Enrico Tealdi, l'arte di Gosia
Turzeniecka, le opere di Marco Cordero e di Nicola Ponzio.
Oggetti trovati sono quelli rinvenuti da Francesco Pergolesi in
mercatini dell'usato in Europa alla fine della giornata, quando
rimanevano i resti di cose invendute, rotte, lasciate a terra,
fotografate sull'asfalto come composizioni informali. Reperto
del tempo è anche un comodino del secolo scorso che Daniele
D'Acquisto pone al centro della sua installazione, avvolta da
stringhe di legno, nastri che sembrano correre nello spazio.
Sono scatole preziose le fotografie di Maura Banfo con i
delicati disegni su carta carbone ispirati ai tarocchi. E nero è
il grande teschio di Paolo Grassino, che accoglie nell'atrio
d'ingresso della casa.
Fuori, nel parco, alcune installazioni en plein air si
mimetizzano con la natura e il suo incanto. Le sculture giocose
di Jessica Carroll con la sua natura fiabesca e vitale, i cervi
di Paolo Grassino dalla bellezza misteriosa, poi la serra,
scrigno magico illuminato, dove vivono le creature di Enrica
Borghi e il nido di Maura Banfo. Un gigantesco popcorn in marmo
di Fabio Viale propone un invito a una leggerezza pop giocando,
quasi un ossimoro, sull'enorme peso della scultura stessa.
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