"La maggior parte delle aziende
sanitarie piemontesi ha continuato nel 2022 a risparmiare decine
di milioni di euro che avrebbero dovuto essere spese per
assumere. Non hanno neppure reinternalizzato i servizi sanitari
come previsto dagli accordi regionali a salvaguardia della
gestione pubblica e della spesa di denaro pubblico". Lo hanno
denunciato, in una conferenza stampa, Massimo Esposto (Fp Cgil),
Alessandro Bertaina (Cisl Fp), Antonio Di Capua (Uil Fpl),
Daniele Baldinu (Fials), Francesco Coppolella (Nursind), Claudio
Delli Carri (Nursing Up).
"Le aziende non hanno speso per le assunzioni. Il motivo?
Garantire i loro bilanci e quindi quello della Regione" hanno
sottolineato. Secondo i dati forniti dall'assessorato alla
Sanità lunedì, durante l'incontro al grattacielo della Regione -
hanno detto i sindacati - nel 2022 le aziende complessivamente
hanno risparmiato circa 50 milioni di euro, fondi che che
avrebbero permesso l'assunzione di 1.000 infermieri ed è stato
reinternalizzato meno del 7% dei servizi sanitari
esternalizzati. Quest'anno, oltre alla conferma dei tetti di
spesa per l'anno 2022, ci saranno 23 milioni per effetto del
decreto Calabria e, in più, circa 80 milioni di euro per
l'assunzione fuori dai tetti di spesa di personale dedicato al
territorio, ai letti negli ospedali e al servizio d'emergenza
territoriale 118. "Quindi nel 2023 le aziende potrebbero
effettuare almeno 3.000 assunzioni sia del comparto sia tra i
dirigenti medici, sempre che non le utilizzino per garantirsi
coperture di bilancio aziendali e quindi coperture a livello
regionale" hanno sottolineato.
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