Incontro oggi, a Lione, di
esponenti di delegazioni italiana e francese della commissione
intergovernativa per la nuova ferrovia Torino-Lione in vista
della riunione del 22 giugno, nella stessa città francese,
quando la principale questione sul tappeto saranno i tempi della
Francia per realizzare le vie d'accesso al tunnel
transfrontaliero della Tav. Un tema che negli ultimi giorni ha
suscitato preoccupazioni in Italia e nella Ue dopo il rapporto
del Consiglio d'orientamento delle Infrastrutture di Parigi che
ha proposto di ritardarne di dieci anni l'entrata in servizio.
"Ho raccolto la disponibilità da parte francese a ricercare
e trovare delle soluzioni - dice Paolo Foietta, presidente della
commissione intergovernativa - e a presentarle il 22 giugno a
Lione. Ho ribadito che dieci anni sono un'ipotesi insostenibile,
mentre se, per motivazioni varie, il ritardo fosse ragionevole
potrebbe essere gestito. Senza le nuove vie d'accesso comunque
dagli attuali 35 treni merci al giorno nel tunnel del Frejus si
passerà a 90-100, con l'entrata in servizio delle vie d'avccesso
si potrà arrivare a 180 treni al giorno".
Sull'eventuale slittamento interviene oggi anche Mino
Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti e fondatore del
movimento SìTavSì'Lavoro: "E' gravissimo che Foietta pensi di
dare 4 anni di slittamento sulla Tav, è un grave danno al pil e
al lavoro, Senza la Tav i corridoi ferroviari europei saranno
depotenziati e perderemmo gli arrivi di oltre 10.000 treni
all'anno dalla Cina. La Tav - aggiunge Giachino - è già in grave
ritardo causa il rallentamento di Toninelli (ex ministro alle
Infrastrutture e ai Trasporti, ndr) e del Governo giallorosso".
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