"Dobbiamo re-imparare a condividere
e ce n'è un immenso bisogno nell'umanità di oggi. Ci sono
focolai di guerra oramai dappertutto, ci sono popoli che sono
costretti a emigrare per sopravvivere. Mi ha colpito
terribilmente l'immagine di quella bimba, Jacinta, che dopo due
giorni in mare è stata salvata. Ma può essere questa la nostra
umanità? Che cosa dobbiamo fare, perché questo sia il nostro
Natale, perché sia il mio Natale? Reimparare a condividere". Le
parole sono dell'arcivescovo di Torino e vescovo di Susa,
Roberto Repole, nominato cardinale una settimana fa, nella messa
nel Duomo di Torino, organizzata per pregare con la città dopo
la nomina. In cattedrale, insieme ai vescovi del Piemonte e a
rappresentanti di altre confessioni cristiane, sacerdoti e
diaconi delle diocesi di Torino e di Susa, c'erano i familiari
di Repole, rappresentanti delle istituzioni e comuni cittadini,
cui è stato dato appuntamento dopo la celebrazione per un
incontro di persona con l'arcivescovo nella vicina sede della
facoltà teologica.
Serve prepararsi al Natale, ha proseguito l'arcivescovo, "non
guardando soltanto lontano, ma guardando vicino, guardando a chi
abita nel mio palazzo, a chi abita nella mia strada. Forse per
qualcuno di costoro c'è anche proprio bisogno di condividere il
cibo, di condividere i vestiti. Ma si può condividere uno
sguardo, un'attenzione, del tempo, un sorriso. Nessuno è così
povero da non avere qualcosa da condividere".
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