"Rosso", come "il colore del
sangue, che evoca la passione, l'energia, il desiderio, ma anche
il lato negativo, quando la passione travalica e porta dal bene
al male. Il colore della duplicità dell'essere umano". Così il
sovrintendente Mathieu Jouvin racconta il senso del titolo della
stagione 2025/2026 del Teatro Regio di Torino, dieci titoli, di
cui quattro nuovi allestimenti, i cui spettacoli di apertura e
chiusura rappresentano, dice Jouvin, "la linea che vogliamo per
il nostro teatro, che affianca titoli di grande fama e altri più
rari da riscoprire".
A inaugurare la stagione il 10 ottobre sarà infatti un titolo
meno noto, la "Francesca da Rimini" di Zandonai diretta dal neo
direttore musicale del Regio, Andrea Battistoni, sul podio anche
per l'opera di chiusura, la "Tosca" nel nuovo allestimento di
Stefano Poda. In cartellone anche il ritorno di Riccardo Muti
nel "Macbeth" di Verdi e di Roberto Bolle in "Caravaggio". Sul
palco anche "Il ratto dal serraglio" di Mozart, "La Cenerentola"
di Rossini, i "Dialogues des Carmélites" di Poulenc per la prima
volta a Torino, "I puritani" di Bellini e i balletti, "Romeo e
Giulietta" del Teatro Nazionale di Praga e "Il lago dei cigni"
dell'Opera Nazionale di Riga. "Vogliamo continuare con i
progetti per giovani e famiglie - annuncia Jouvin - sviluppando
le attività al Piccolo Regio, confermando le Anteprime Giovani e
la Card Giovani e con una nuova Card under 16, con biglietti a10
euro per chi ha meno di 16 anni e scontati del 10% per i
genitori. Vogliamo essere il teatro di tutti, il cuore battente
della città e favorire la scoperta e la curiosità". "Tradizione
e innovazione sono le parole chiave - conclude il sindaco e
presidente della Fondazione Teatro Regio, Stefano Lo Russo - di
un teatro che è uno spazio in cui la città si specchia, si
riconosce e si interroga".
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