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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO
(Arv) Venezia 17 apr. 2025 - “E’ bello vedere come la città dei ponti per eccellenza, Venezia, in qualche modo renda omaggio all'Altipiano dei Sette Comuni o, come si diceva ai tempi della Serenissima, delle Sette Terre. Etimologicamente il termine ponte, sia in latino ma ancor prima in greco e in sanscrito, ci rimanda all'idea del passaggio, dell'andare, dell'unire realtà che sono divise: lo dimostra anche la storia di questo ponte, di cui si iniziò a parlare attorno al 1815 quando le risorse finanziare locali erano debolissime mentre le contrade di Camporovere, Canove, Cesuna contestavano quest'opera di cui si tornò a parlare nel 1874, dunque sotto il Regno Sabaudo. Non se ne fece nulla neanche in quell'occasione, nonostante l'appoggio di Monsignor Giuseppe Azzolin, cameriere segreto del Papa Leone XIII, oltre al coinvolgimento delle comunità di Asiago e Rotzo che non bastarono tuttavia a superare il veto posto dal Genio Civile. Si giunge così al 1893 quando venne tolto ogni veto alla realizzazione del ponte e della Strada del Piovan che da Pedescala porta a Castelletto di Rotzo. E' a questo punto che lo scontro tra favorevoli e contrari al ponte si inasprisce ed è qui che si innesta la straordinaria storia di Togna Turca, al secolo Pierantonia Reveschini, che guidò la protesta delle donne e che sbloccò di fatto la costruzione del ponte”. Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha aperto la cerimonia di inaugurazione della mostra fotografica e documentale “100 anni del Ponte di Roana”, svoltasi oggi a Palazzo Ferro-Fini. “I lavori iniziarono l'anno successivo per durare fino al 1906 con un costo di circa mezzo milione di lire d'allora. Il manufatto aveva un che di spettacolare e fu scelto, non a caso, da Arturo Ferrarin per un passaggio acrobatico con il suo aereo. La Grande Guerra vide la distruzione del ponte fatto brillare dagli italiani per rallentare l'avanzata austriaca. La ricostruzione fu portata a termine nel 1924 con l'inaugurazione presieduta da Benito Mussolini, che per altro non ebbe mai buona fama, anzi, tra gli altopianesi, a causa delle parole d'astio e condanna che il Duce riservò nel Giornale d'Italia agli abitanti dei Sette Comuni colpevoli di parlare il cimbro, una lingua tedesca e accusati ingiustamente d'essere pertanto in combutta con il nemico. Insomma, una triste fama, creduta da molti in pianura, e che quella povera gente si portò addosso durante l'amaro periodo del profugato”, ha proseguito Ciambetti. “Il ponte narrato in questa mostra, insomma, è un ponte nella storia, è un ponte che non solo unisce le sponde della Val d'Assa, ma unisce anche storie e vicende antichissime giacché il versante di Roana e di Rotzo conobbe gli insediamenti dei Veneti già nell'età del Ferro, come vide attorno all'anno Mille la prima chiesa dell'Altipiano, Santa Margherita, il cui rintocco della campana, dicevano gli abitanti, allontanava il temporale, fino al caso eccezione della prima amministrazione comunale dell'Italia Repubblicana interamente composta da donne guidata dalla maestra Carla Slaviero a Rotzo tra il 1964 e il 1970. Un caso unico di pubbliche amministratrici riuscite nell'impresa che ai maschi del Paese sembrava impossibile: risanare le casse dell'amministrazione”, ha continuato Ciambetti. “La mostra che inauguriamo oggi quindi spiega in modo chiaro e divulgativo perché il Ponte di Roana è veramente un percorso, un cammino, un passaggio nella memoria del popolo cimbro, come narra anche il bel museo di Roana che ha contribuito alla riuscita di questa mostra. Forse domani qualcuno ribattezzerà il Ponte di Roana dedicandolo a Pierantonia Reveschini, morta a 32 anni il 25 marzo del 1901, quattro anni prima del completamento dell'infrastruttura per la quale s'era battuta con intelligenza e forza per il bene della sua comunità. Al Sindaco di Roana, Luigi Martello e ad Alessio Fabris, Assessore alla Cultura e ai Lavori pubblici di Roana va infine il mio ringraziamento per essere qui oggi, in rappresentanza degli abitanti dell’Altopiano”, ha concluso Ciambetti.
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