''Il decreto 1/2015 sull'Ilva
assegna al commissario che guiderà l'Ilva pubblica l'immunità
penale ma non solleva il sindaco di Taranto dai suoi obblighi di
protezione sanitaria della popolazione della città. La legge che
ha dato l'immunità penale al commissario Ilva non ha dato quindi
l'immunità penale anche al sindaco, su cui pertanto ricadono per
intero tutti gli obblighi che la legge gli assegna e che dovrà
esercitare nell'esclusivo interesse della popolazione''. Lo
sottolinea il presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti,
che annuncia una lettera di messa in mora nei confronti del
primo cittadino.
''Chiederemo formalmente al sindaco - precisa l'ambientalista
- di esercitare tutti i poteri assegnatigli dalla legge per la
protezione sanitaria della popolazione di Taranto. E chiederemo
formalmente alla Asl di Taranto e all'Arpa Puglia di
pronunciarsi sugli effetti sanitari avversi che può avere la
dilatazione indefinita della realizzazione dei tempi dell'Aia
Ilva''.
Secondo Marescotti, ''il sindaco di Taranto Ippazio Stefano,
che aveva condizionato la sua firma sotto l'Aia 2012 a benefici
da verificare 'entro tre mesi', sa benissimo che il 25 ottobre
2014 il Gip Patrizia Todisco ha scritto alla Procura di Taranto
una lettera con una relazione dei custodi giudiziari parlando di
'attività criminosa mai interrotta' da parte dell'Ilva''.
Pertanto, ''ha il dovere di verificare quale impatto ha sulla
salute tale attività dell'Ilva che il Gip Todisco ha definito
'criminosa' e 'mai interrotta'. E Arpa e Asl - conclude il
presidente di Peacelink - hanno il dovere di certificare, con
un'apposita relazione al sindaco, se tale attività dell'Ilva è
esente da effetti sanitari avversi e da impatti ambientali non
sostenibili''.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA