(di Vincenzo Chiumarulo)
Sono le risorse per il risanamento di
Taranto dall'inquinamento industriale dell'Ilva a riaccendere,
dopo una "pace" siglata a Roma poco tempo fa, un nuovo scontro
tra il segretario del Pd e premier, Matteo Renzi, e il
governatore pugliese del suo stesso partito, Michele Emiliano.
Dopo le polemiche dei giorni scorsi per la "scomparsa" dalla
manovra finanziaria della deroga che avrebbe dovuto consentire
di spendere 50 milioni di euro per la sanità tarantina, la nuova
miccia si è accesa con l'annuncio fatto ieri sera dal premier
Renzi sulla conclusione di una "negoziazione tra la famiglia
Riva e l'Ilva" che porterà "come compensazione" circa "1,3
miliardi" per "risanare Taranto" e il Siderurgico.
La notizia è stata accolta con freddo scetticismo dal
governatore pugliese che esclude che quei soldi siano
utilizzabili "per la sanità o per altri usi" perchè, spiega, si
tratta di "un patteggiamento sulla responsabilità penale
dell'impresa Riva Fire", e queste "risorse non sono disponibili"
ma rappresentano "un inevitabile risarcimento da parte della
holding dei Riva per il processo in corso" per disastro
ambientale. Fonti vicine al gruppo Riva hanno confermato
l'esistenza dell'accordo "che sana i contrasti con le autorità e
permette di costruire il futuro", e che avrebbe coinvolto il
gruppo Riva, le società di Ilva, il Governo. Ma i toni non si
abbassano - alimentati probabilmente dall'approssimarsi del
referendum che vede Emiliano schierato per il 'No' - e il
governatore rintuzza Renzi sui soldi che il governo ha già dato
all'Ilva con i vari decreti succedutisi. In particolare chiede a
Renzi di spiegare "invece di gonfiare il petto dicendo che i
soldi sono stati dati" che uso sia stato fatto degli "800
milioni che sono andati alla fabbrica e che anche il suo governo
in parte ha stanziato". "Perché - dice - sono soldi pubblici che
i commissari dovevano impiegare per la riambientalizzazione che,
come è noto, non è stata compiuta, al punto che il governo Renzi
ha dovuto, col decimo decreto Ilva, dare la proroga per
l'adempimento di quegli obblighi".
Dal canto suo, Emiliano oggi può vantare l'approvazione da
parte della sua giunta del piano di riordino ospedaliero con un
investimento di 30 milioni per Taranto, con un incremento del
22% dei posti letto e la creazione di un Polo oncologico. Se al
"Senato dovessero correggere l'errore fatto alla Camera", ha
detto riferendosi alla deroga scomparsa dalla finanziaria,
"potremmo fare molto di più".
Comunque, al di là delle polemiche, sul piano industriale,
arrivano buone notizie con l'inversione di tendenza del trend
che vedeva l'Ilva produrre l'acciaio in perdita. La società
conta di chiudere il 2016 con un Ebitda in "miglioramento"
rispetto al 2015, archiviato con un rosso di 546 milioni e punta
ad archiviare il 2016 con una produzione di 5,9 milioni di
tonnellate d'acciaio. In netta crescita rispetto ai 4,7 milioni
di tonnellate del 2015.
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