"Salutare come Donna la Madre di
Dio ha un potere evocativo potente e significativo ancor più in
questo frangente storico nel mentre siamo raggiunti
continuamente da fatti di cronaca di inaudita crudeltà e
ingiustizie nei confronti delle donne. Radunarci intorno al suo
manto sia il primo segno dell'attenzione della comunità intorno
alle donne, al preservare e al proteggere la loro dignità, al
voler impegnarci in un'educazione seria dei nostri ragazzi al
rispetto e alla libertà". Così l'arcivescovo di Taranto Cito
Miniero nell'allocuzione in occasione dell'uscita della
processione dell'Addolorata dalla chiesa di San Domenico, uno
dei momenti più suggestivi dei riti della Settimana santa
tarantina.
Ha poi evidenziato la necessità di non dimenticare "tutte le
donne del mondo. All'inizio della nuova creazione guardiamo alla
donna che, come dice papa Francesco, è colei che rende il mondo
bello perché non c'è salvezza senza la donna. Partiamo dalle
donne e senza troppi giri di parole diciamo con il Papa che
'ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio,
nato da donna'. La salutiamo come Donna, così come la chiama
Gesù nel Vangelo, così come il Signore si rivolge alle donne da
lui incontrate, donne di ogni appartenenza sociale, donne - ha
ricordato mons. Miniero - talvolta in situazioni di dolore e di
abbandono".
Per la prima volta ieri sera le coppie di confratelli
impegnati nel pellegrinaggio sono saliti a bordo dell'Amerigo
Vespucci, ormeggiata lungo la banchina del Castello Aragonese,
per l'adorazione all'altare della reposizione allestito per
l'occasione sulla nave giubilare. Oggi la processione dei
Misteri che per i 350 anni dalla fondazione della Confraternita
del Carmine modificherà l'abituale percorso e attraverserà la
città vecchia seguendo l'antico itinerario.
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