Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati esplosi la scorsa notte contro l'auto della mamma del sostituto procuratore di Foggia, Roberto Galli. L'auto si trovava a Manfredonia, comune a circa 30 chilometri dal capoluogo dauno, dove vive il magistrato. Nessuno è rimasto ferito.
Sono intervenuti i carabinieri che indagano sull'accaduto. Galli si sta occupando di alcune tra le più importanti inchieste che riguardano la criminalità nella provincia di Foggia. Al vaglio degli investigatori anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona.
"Quanto accaduto, se confermato, é un gesto grave, di minaccia, di fronte al quale la nostra comunità non può far finta di niente. La nostra amministrazione non ha esitato a costituirsi parte civile in un processo, 'Giù le mani', che ci invita ad avere un'amministrazione blindata, con muri alti ed impermeabili di fronte alla corruzione, all'illegalità, alla criminalità organizzata. Piena solidarietà al pm, nostro concittadino". Lo scrive su Facebook il sindaco di Manfredonia (Foggia), Domenico La Marca, riferendosi agli spari contro l'auto della mamma del sostituto procuratore di Foggia. "Non abbiamo possibilità di scelte di comodo oggi - evidenzia - questo atto intimidatorio é un atto vile rivolto a quanti servono con onore lo Stato, a quanti con dignità si sono messi al servizio della comunità nel rispetto della legalità e della giustizia sociale". "Non gireremo lo sguardo, non ci laveremo le mani. Siamo sicuri - prosegue - che quanti hanno voluto intimidire saranno individuati. A Testa alta siamo chiamati ogni giorno a lavorare per la giustizia sociale, creando i giusti anticorpi all'indifferenza". Il primo cittadino ricorda infine che "siamo chiamati a difendere la bellezza del nostro territorio dalla mafia".
La Giunta esecutiva sezionale (Ges) di Bari e la sottosezione dell'Anm di Foggia esprimono, in una nota congiunta, "sgomento e preoccupazione per il gravissimo atto intimidatorio posto in essere in danno del collega Roberto Galli, sostituto procuratore di Foggia". Nella tarda serata di sabato 19 aprile alcuni colpi di fucile sono stati sparati sull'auto della mamma del magistrato, a Manfredonia.
"Ancora una volta il territorio foggiano - proseguono - è stato teatro di un vile atto di violenza nei confronti della società e delle istituzioni, che non comporterà alcun arretramento nell'azione di contrasto alla criminalità condotta, con costante e quotidiano impegno, da parte delle forze di polizia e della magistratura".
"A Roberto Galli e alla sua famiglia, tutta la magistratura associata del territorio - concludono - intende manifestare la propria convinta e profonda vicinanza e solidarietà".
Anche l'associazione antimafia Giovanni Panunzio, intitolata all'imprenditore edile foggiano ucciso dalla mafia il 6 novembre del 1992, esprime la "più ferma e incondizionata solidarietà a Roberto Galli, pubblico ministero presso la Procura di Foggia, "vittima di un inquietante e vigliacco atto intimidatorio nella serata del 19 aprile a Manfredonia".
I colpi d'arma da fuoco esplosi contro "l'automobile della madre del magistrato, parcheggiata nei pressi dell'abitazione di famiglia - scrive il presidente Dimitri Lioi - non sono solo un gesto vile e criminale, ma un attacco diretto allo Stato, alla giustizia e a tutti coloro che ogni giorno si battono per affermare i principi di legalità e di civiltà democratica. Chi colpisce un magistrato e chiunque operi con senso dello Stato per la legalità colpisce l'intera collettività, e chi tenta di seminare paura troverà la ferma reazione di tutte le forze sane della società civile".
"Come associazione intitolata a Giovanni Panunzio, imprenditore ucciso per aver scelto da che parte stare - prosegue - sentiamo il dovere morale e civile di affermare con forza che non resteremo in silenzio. Siamo e saremo sempre al fianco di chi lavora per un'Italia più giusta, più libera, più sicura".
L'associazione chiede "con determinazione che le istituzioni rispondano con fermezza, garantendo protezione a chi è in prima linea e assicurando alla giustizia i responsabili di questo ignobile gesto. Non c'è spazio per l'intimidazione. C'è solo spazio per la legalità, il coraggio e la verità".
Libera Manfredonia ed il coordinamento provinciale Libera Foggia esprimono "solidarietà al sostituto procuratore di Foggia, Roberto Galli, e alla sua famiglia", dopo l'atto intimidatorio subito sabato sera. "Nella serata della veglia pasquale - ricostruisce Libera - colpi di fucile sono stati esplosi ai danni dell'autovettura della mamma del pm, alle 21, in un sabato sera di festa. In attesa che siano compiuti tutti gli accertamenti del caso, ci sentiamo però di considerare quanto accaduto un vile atto diretto a colpire una persona al servizio dello Stato e di tutta la comunità".
"Un atto - prosegue Libera - che ha tutte le caratteristiche della mafiosità, compiuto da coloro che utilizzano il linguaggio della violenza per applicare i loro meccanismi di intimidazione e sopraffazione nella nostra comunità. Nel mentre confidiamo nell'operato delle forze dell'ordine, chiediamo a chiunque abbia visto o sentito qualcosa di collaborare".
"Al pm Roberto Galli, impegnato in importanti operazioni di contrasto alla criminalità organizzata, e a tutta la loro famiglia - rimarca Libera - va la nostra più sincera vicinanza.
Non li lasceremo soli e siamo sicuri che tutta la parte sana della comunità è con loro. La comunità manfredoniana e della Capitanata tutta non resterà in silenzio ma continuerà a camminare insieme per costruire una società più giusta e libera dalle mafie".
Il deputato Giandiego Gatta, il circolo ed i consiglieri comunali di Forza Italia Manfredonia esprimono "sentimenti di partecipazione solidale nei confronti del sostituto procuratore della Repubblica di Foggia Roberto Galli vittima di un vile atto intimidatorio". Nella tarda serata di ieri colpi di fucile sono stati esplosi contro l'auto della mamma del sostituto procuratore di Foggia.
"Siamo da sempre schierati dalla parte dei servitori dello Stato - aggiungono gli esponenti di FI - impegnati nella lotta contro ogni forma di criminalità. La nostra comunità non può tollerare gesti di tale natura, diretti ad inficiare la prevenzione e repressione delle manifestazioni delittuose ed a minare, dalle fondamenta, la civile convivenza".
'Confidiamo nell'operato delle forze di polizia e degli organi inquirenti salentini - concludono - ai fini dell'individuazione degli autori di questo, grave ed inaccettabile, attacco all'istituzione giudiziaria".
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