STRASBURGO - La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Olanda per il rifiuto di concedere a un uomo con disabilità intellettiva, completamente dipendente dalle cure quotidiane di altri, un permesso di soggiorno sulla base del ricongiungimento familiare con le sue quattro sorelle adulte, tutte residenti da lungo tempo nel Paese o cittadine olandesi. Ma ha contemporaneamente rigettato il ricorso di una donna indiana che chiedeva di poter vivere nei Paesi Bassi asserendo di essere dipendente dal figlio maggiore, residente in Olanda, perchè aveva bisogno delle sue cure. In entrambi i casi la Cedu ha proceduto all'esame di una possibile violazione dell'articolo sul rispetto della vita privata e familiare. I giudici di Strasburgo hanno ribadito che nel caso di un legame tra i genitori e i loro figli adulti o tra fratelli e sorelle adulti vi è una violazione solo se si possono dimostrare "ulteriori elementi di dipendenza, come lo stato di salute o la situazione finanziaria, che vadano oltre i normali legami affettivi". Nel primo caso, afferma la Cedu, le autorità non hanno tenuto conto di alcuni fattori importanti, tra cui quello che l'uomo viveva in Perù dove le cure per le persone con disabilità intellettiva sono assicurate dai familiari, e che alla morte dei genitori, il fratello maggiore, spesso in viaggio, non poteva prendersene carico. E poco importa, dicono i giudici di Strasburgo, se prima della morte dei genitori le sorelle non erano implicate nel sostegno quotidiano al fratello.
Nel secondo caso invece la Cedu è giunta alla conclusione che la donna indiana aveva sia chi si prendeva cura di lei che i mezzi per farlo anche se restava nel suo Paese.
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