"Cucino, gioco a pallanuoto. Amo
suonare la batteria, vado all'università. E un giorno sogno di
fare il doppiatore. Non ho passato il colloquio per partecipare
al corso ma non mi abbatto". A parlare è Eliseo, un ragazzo di
20 anni, con la sindrome dello spettro autistico e un lungo
percorso riabilitativo con la Fondazione Roma Litorale che gli
ha fatto superare tanti scogli.
Eliseo ha un fratello più grande, Leandro, anche lui con una
sindrome dello spettro autistico. Si sono trasferiti in Italia
dall'Argentina nel 2003.
"Seguiamo Eliseo da quando era molto piccolo - spiega Andrea
Fontana, psicolo-psicoterapeuta, responsabile dei progetti per
adulti della Fondazione Roma Litorale -. Con lui abbiamo fatto
un cammino importantissimo. Ha fatto passi da gigante. Ha una
enorme passione per i cartoni animati, è bravissimo a imparare a
memoria interi spezzoni di film e doppiarli. Vorrebbe fare
questo nella vita. Per rendere la sua lettura più fluida, in
accordo con la sua straordinaria famiglia che gioca un ruolo
fondamentale nel progetto riabilitativo, a settembre 2020 gli
abbiamo proposto di iscriversi all'università. Ama la batteria
così abbiamo pensato insieme a lui al Dams. Ne è entusiasta. Si
allena nella lettura per provare a realizzare il suo sogno. Ha
anche superato tre esami con ottimi risultati e sta preparando
il quarto. Ovviamente con lui c'è un tutor che lo aiuta. È molto
bravo a cucinare. È una passione che sfruttiamo per sviluppare
le sue autonomie. In questo modo deve compilare da solo la lista
della spesa, andare a comprare gli ingredienti, gestire i
soldi".
"Ci siamo trovati a dover gestire questa situazione in un paese
che non era il nostro - raccontano il padre Gabriel e la madre
Nancy - Siamo arrivati in Italia ormai moltissimi anni fa.
Sapevamo che qualcosa non andava ma in Argentina ci dicevano di
stare tranquilli. Qui invece dopo diverse visite specialistiche
è arrivata per entrambi la diagnosi. All'inizio eravamo spaesati
ma ci siamo sempre rimboccati le maniche. Ci sono famiglie che
hanno un figlio diverso e uno normotipo, ma io non ne ho.
Entrambi hanno delle difficoltà, così li abbiamo educati nello
stesso modo".
"Eliseo e Leandro - sottolinea Stefano Galloni della Fondazione
- hanno una famiglia che li aiuta e li stimola moltissimo. È
fondamentale in un percorso riabilitativo. I risultati che hanno
raggiunto Eliseo e Leandro, pur con le difficoltà che la loro
sindrome comporta, sono straordinari e il merito va diviso
equamente tra papà Gabriel, mamma Nancy, Eliseo, Leandro e la
nostra equipe sanitaria e riabilitativa".
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