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Loredana Bertè, 'ormai non devo dimostrare più nulla'

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Loredana Bertè, 'ormai non devo dimostrare più nulla'

La regina rock in testa alla classifica della prima serata

SANREMO, 07 febbraio 2024, 18:47

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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A 73 anni non molla di un centimetro. Capelli lunghi blu d'ordinanza, la gambe orgogliosamente in mostra, Loredana Bertè si conferma la regina rock del festival. Neanche troppo a sorpresa, alla fine della prima serata, si è (ri)scoperta la preferita della sala stampa.
    In vetta nella prima classifica con il brano Pazza, da lei scritto con Luca Chiaravalli, Andrea Bonomo e Andrea Pugliese.
    "Ringrazio veramente tutti: la stampa, le radio e il pubblico che ha accolto così questa canzone - dice all'ANSA. Son venuta al Festival perché volevo che Pazza diventasse di tutti e dopo il primo passaggio la risposta è stata così grande che mi ha spettinato!".
    Un brano, tra rock e sonorità anni Ottanta, struggente e liberatorio, che racconta la Bertè artista e la Loredana persona, un urlo gridato in faccia al mondo, che non sempre le ha voluto bene, per affermare se stessa, nonostante tutto, nonostante tutti. Per assolvere e assolversi, con la dedica a tutti coloro che lottano contro i pregiudizi e che non hanno paura della diversità. "Tante volte mi hanno detto sei pazza, in modo serio o ironico, quindi questa canzone mi somiglia e la canto nel segno della libertà, quella di essere sempre se stessi - continua l'artista che quest'anno celebra 50 anni di carriera, con il primo disco, Streaking, uscito nel 1974 censurato per i contenuti espliciti -. Il brano è autobiografico sì, ma nello stesso tempo universale, per tutti i folli liberi. Credo di non dover dimostrare più nulla, e non la considero come una rivalsa, ma l'ennesima conferma che il pubblico non mi ha mai abbandonato".
    "La mia storia lo dice: sono sempre dalla parte dei giovani e mi è sempre piaciuto buttarmi in collaborazioni con artisti, autori e musicisti". Lo fa anche al festival, nella serata delle cover, chiamando accanto a sé Venerus, "un giovane di grande talento, un artista geniale", con Ragazzo Mio di Luigi Tenco.
    "Realizzo uno dei miei sogni: far conoscere Tenco con una sua canzone che parla proprio di rapporti tra le generazioni. Un omaggio che da anni volevo fare". Con una versione del brano a lei molto cara, quella con l'arrangiamento di Ivano Fossati, già cantata nel 1984 per l'album Savoir Faire.
   

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