"La società era in salute, non capisco ancora oggi la logica di questo capo d'imputazione". Il sindaco di Carloforte, Marco Simeone, parla e si difende davanti ai giudici del tribunale di Cagliari, ma guardando sempre il pm che lo sta interrogando e che l'ha inquisito per bancarotta per il fallimento della Sept Italia, azienda con sede a Cagliari e stabilimento a Quartu, specializzata nella produzione di vernici per l'industria. Un crac milionario per il quale il primo cittadino è imputato assieme ad altre 11 persone, tra cui spicca l'ex governatore Ugo Cappellacci (Fi).
Da Carloforte sono arrivati in tanti per sentire l'esame del principale imputato, tanto che l'aula della seconda sezione penale era piena di pubblico. "Avrei dovuto avere un esercito di cento dipendenti solo per compilare la carte - ha ripetuto Simeone - ma la contabilità era precisa, visto che grazie a quella è stato ricostruito tutto. Della Sept detenevo il 42% delle quote, ma io non mi sono mai impossessato di beni della società".
Per questi fatti il sindaco di Carloforte ha trascorso dieci mesi in custodia cautelare in carcere. Cappellacci, invece, è finito nell'inchiesta perché alla fine del 2001, in qualità di consigliere delegato, avrebbe avallato l'acquisto di una società dello stesso Simeone.
Oltre al sindaco e all'ex governatore, ci sono a giudizio gli ex amministratori della Sept Dionigi Scano, Marcello Angius e Marco Isola; i sindaci dell'azienda Oscar Gibillini, Antonello Melis ed Elisabetta Morello, Riccardo Pissard, Stefano Fercia, Carlo Damele e Maddalena Comparetti. Il 3 giugno inizierà la discussione del pubblico ministero Giangiacomo Pilia. Altre udienze già fissate il 9, 10 e 16 giugno, mese in cui sarà anche pronunciata la sentenza.
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