Delibere di Giunta approvate ma non inviate subito all'albo pretorio on line per essere consultate dai cittadini, ma documenti rivisitati e resi visibili solo dopo essere stati deliberatamente modificati. E' uno dei principali aspetti su cui verte l'inchiesta del pm di Cagliari Andrea Vacca sulle nomine alla Regione Sardegna, che ha portato ieri all'iscrizione sul registro degli indagati di 21 persone, tra cui il governatore Christian Solinas, accusate a vario titolo di corruzione, abuso d'ufficio e induzione indebita.
Per quanto riguarda le nomine all'Aspal - come riporta il quotidiano L'Unione Sarda - "dopo la seduta del 28 ottobre 2020 nella quale la Giunta aveva approvato la delibera n. 53/31 - si legge nella contestazione - l'assessora del Lavoro, Alessandra Zedda, avrebbe riscritto i contenuti della delibera in modo contrario al volere e ai dettami di Solinas e Temussi (ex direttore dell'Aspal, ndr)", in merito alla durata dell'incarico di commissario di Aldo Cadau. A quel punto - sempre secondo l'ipotesi del pm - il presidente Solinas, assieme a Massimo Temussi, Silvia Curto e Silvia Cocco avrebbero "boicottato, bloccandola, la pubblicazione della stessa delibera, non ancora pubblicata e resa visibile attraverso il sito istituzionale. Di seguito i quattro avrebbero modificato il contenuto della delibera, lasciando inalterato la data e il numero di protocollo, per poi pubblicare regolarmente l'atto e renderlo ufficiale.
Tra i 21 indagati, l'accusa più grave, concorso in corruzione, è contestata all'assessora dell'Industria Anita Pili, al presidente di Confindustria Sardegna, Maurizio De Pascale, oltre che a Emilio Fiorelli (della Maffei Sarda Silicati), Barbara Porru (legale rappresentante società Andesiti Srl), Giancarlo Orrù (amministratore unico della S.I.B Sarda Inerti Basaltic Srl), Nicola Giuliani (assessorato all'Industria). Gli investigatori ritengono il presidente e il vicepresidente del "Settore cave e miniere di Confindustria Sardegna" abbiano cercato di ottenere la nomina di Giuliani a responsabile del Servizio attività estrattive dell'Assessorato all'Industria "al fine di instaurare un rapporto paritetico volto al mercimonio dei suoi poteri. De Pascale - si legge nell'imputazione - si faceva poi portatore concreto del messaggio (di Santoru, Porru e Fiorelli) di condizionamento della procedura, direttamente all'assessora dell'Industria Pili".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA