Un giorno di festa nazionale della pace il 21 settembre di ogni anno in occasione della giornata per la pace dell'Onu. Ma anche un cambio di rotta dell'Italia nei confronti della guerra. Sono alcuni dei punti dell'appello promosso da intellettuali, rappresentanti del mondo del volontariato e delle associazioni, politici e rivolto a tutta la Sardegna. Un manifesto da sottoscrivere per chiedere lo stop alla guerra in Ucraina. L'appello è promosso da Demos con il coordinatore regionale Mario Arca. In campo anche l'ex rettrice dell'Università di Cagliari Maria Del Zompo, l'ex docente di Unica Gianfranco Bottazzi, Carla Cossu dell'Anpi Oristano, Carlo Salis in rappresentanza del mondo associativo, l'ex magistrato Mariano Brianda.
"La guerra in Ucraina - si legge nell'sos lanciato questo pomeriggio nel corso di una riunione all'Edificio sali scelti di Molentargius - continua a distruggere vite, economie, territori e il suo prolungarsi, senza alcuna prospettiva di soluzione, sta alimentando l'errata convinzione che la pace sia possibile solo grazie all'utilizzo indiscriminato delle armi". Per questo i promotori chiedono all'Italia di cambiare atteggiamento. Perché "si sta allontanando dalla sua Costituzione - spiegano - che impone un impegno ben più rilevante per la costruzione di un percorso di pace".
Quindi un invito alla concretezza e all'azione in sette punti: iniziative per la costruzione di un vasto fronte internazionale a favore della Pace e per fermare il riarmo, attraverso rapporti bilaterali con tutti i Paesi, nei consessi internazionali e nell'Unione europea, un atteggiamento critico nei confronti della direzione bellica dell'Alleanza atlantica, sostegno alle iniziative per la pace e il cessate il fuoco attivate dal Vaticano, a partire dalla missione affidata dal Papa al cardinale Zuppi. L'appello chiede anche più energia a livello normativo. Con "una legge per il graduale e progressivo divieto dell'esportazione delle armi da guerra e che ne limiti la produzione per le sole esigenze di difesa nazionale e dell'Unione Europea".
Tra le proposte anche quelle di "incrementare il sostegno solidaristico alla popolazione Ucraina, la convocazione di una Conferenza internazionale per la Pace con sede in Italia, istituzione per legge di una festa nazionale della pace". Un appello alla "pacifica" mobilitazione dal basso: "Solo una diffusa e popolare coscienza pacificatrice può indurre la politica a cambiare strada indicandole una via diversa da quella facile, ma tragica, dell'adeguamento alla logica bellicistica. Per questo motivo, animati da uno spirito che va oltre gli schieramenti politici, come persone libere abbiamo predisposto un appello propositivo che sottoponiamo a tutti i sardi che intendono levare alta la loro preoccupazione e la volontá di costruire la pace".
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