Sono ripresi oggi per concludersi
lunedì prossimo, gli interrogatori delle 31 persone arrestate la
scorsa settimana dai carabinieri del Ros nell'ambito della maxi
inchiesta della Dda di Cagliari su una presenta associazione di
stampo mafioso attiva in Sardegna con forti legami tra il mondo
criminale orgolese - riconducibile a Graziano Mesina -, la
politica e le istituzioni.
In questi giorni il gip del tribunale del capoluogo sardo
Michele Contini, con i pm Emanuele Secci e Rossana Allieri,
stanno ascoltando le 18 persone finite ai domiciliari, indicati
dall'accusa come fiancheggiatori di Mesina, attivi nell'aver
coperto la litatanza in Barbagia dell'ex primula rossa del
banditismo sardo. Infruttuosi finora ai fini dell'indagine tutti
gli interrogatori di garanzia: gli indagati infatti si sono
avvalsi della facoltà di non rispondere, ad eccezione di
Giuseppe Paolo Frongia, che ha respinto gli abbediti e negato di
conoscere Mesina: secondo gli inquirenti invece avrebbe avuto un
ruolo primario negli spostamenti di Grazianeddu da una casa
all'altra in cui aveva trovato rifugio e protezione.
Stesso copione con scena muta per le persone comparse oggi
davanti a gip e pm: si tratta di Riccardo Mercuriu (difeso
dall'avvocato Francesco Lai), Serafino Monni (legali Davide
Muledda e Gian Luigi Mastio), Antonio Michele Pinna e Marco
Zanardi (assistiti da Marina Zuncheddu e Fabrizio Pintus).
Lunedì sarà la volta di Paolo Sale, il 44enne di Orgosolo
sfuggito alla cattura e consegnatosi ai carabinieri due giorni
dopo il blitz del Ros.
Gli avvocati di tutti arrestati hanno tempo sino a sabato per
presentare al tribunale del Riesame di Cagliari istanza di
scarcerazione o di attenuazione della misura cautelare emessa
nei confronti dei loro assistiti.
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