Ci sono storie di spiriti ribelli
e anticonformisti, scrittori e poeti, filosofi, scienziati,
politici e religiosi in "Eretici" di e con Tomaso Montanari. In
scena il 25 gennaio alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari per
Pezzi Unici, rassegna del Cedac con direzione artistica di
Valeria Ciabattoni, lo spettacolo propone una galleria di
ritratti di donne e uomini che hanno dedicato e talvolta
sacrificato la vita per un'idea.
"Gli 'eretici' sono quelli che scelgono con la loro testa,
quelli che si rifiutano di uniformarsi al pensiero unico, quelli
che cercano la (loro) verità", spiega all'ANSA Tomaso Montanari,
storico dell'arte, saggista e docente universitario, autore di
monografie sui grandi maestri, come Bernini e Caravaggio. Sul
palco insieme con l'attrice Daniela Morozzi, con le musiche dal
vivo di Stefano 'Cocco' Cantini, per la regia di Matteo Marsan,
Montanari racconta di Piero Calamandrei, Don Lorenzo Milani,
Virginia Woolf, Anita Garibaldi, Amelia Pincherle Rosselli,
Masaccio. "Ho scelto secondo passioni, incontri, idiosincrasie -
chiarisce - una scelta opinabile e capricciosa, forse, con un
naturale equilibrio tra donne e uomini: l'eresia per fortuna
benedice tutti i generi. Una grande eretica del nostro tempo è
stata Michela Murgia: mi manca così tanto".
"Eretici" - Loft produzioni e Lo Stanzone delle Apparizioni -
nasce per la televisione, poi diventa un libro e ora approda a
teatro. "Non è un saggio erudito - precisa Montanari - è una
conversazione tra amici. Il potere usa la cultura. Ma la
Costituzione aveva un altro progetto: la cultura come
liberazione, come dissenso costruttivo, come strumento per
rendere concreta e effettiva la sovranità dei cittadini. Ora,
invece, è una macchina da intrattenimento: troppo spesso
rimbecillisce invece di svegliare". "Arte e potere per secoli -
argomenta il saggista - hanno convissuto in un matrimonio
necessario ma difficile: l'arte libera, il potere costringe.
L'arte dice la verità, il potere mente. Oggi c'è un sostanziale
divorzio: politici ignorantissimi, artisti più liberi. Ma anche
più irrilevanti, e a volte prigionieri di un altro potere,
quello del mercato".
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