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Troppo caldo, gli stambecchi diventano notturni e facili prede

Troppo caldo, gli stambecchi diventano notturni e facili prede

Studio ateneo Sassari,specie a rischio per riscaldamento globale

SASSARI, 30 gennaio 2024, 17:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il riscaldamento globale mette a serio rischio gli stambecchi. Lo evidenzia una ricerca dell'Università di Sassari secondo cui l'animale diventa più notturno in risposta al caldo, anche nelle aree in cui vive il lupo: il bisogno di vivere in condizioni termiche appropriate, dunque, prevale sul rischio di essere predati. Per gli studiosi, il cambiamento climatico, a lungo andare, potrebbe essere pericoloso anche per altre specie poco adatte alle temperature più elevate: la risposta dello stambecco, che col maggior caldo si sposta in aree meno idonee, aumentando l'attività notturna e accettando un rischio di predazione maggiore, potrebbe essere messa in atto anche da altre specie tipicamente diurne.
    Non solo: tali cambiamenti implicherebbero un peggioramento delle condizioni di vita e un aumento del rischio di predazione, essendo specie che si sono evolute per essere attive di giorno.
    Lo studio è stato condotto da Francesca Brivio e Marco Apollonio del dipartimento di Medicina Veterinaria con il contributo dell'Università di Ferrara e delle due aree protette del Parco del Gran Paradiso e del Parco nazionale Svizzero.
    L'indagine dimostra che l'aumento di attività notturna in relazione alla temperatura è simile sia nei maschi sia nelle femmine, anche se queste ultime pesano circa la metà e hanno corna decisamente più piccole, andando quindi incontro a un rischio di predazione più elevato. "La ricerca mette in luce un'ulteriore conseguenza del riscaldamento globale che forzerà alcune specie diurne a essere attive di notte, accettando un incremento nel rischio di predazione. Le conseguenze ultime di questi cambi nel comportamento delle specie diurne non sono ancora evidenti e bisognerà capire se potranno mettere a rischio la conservazione di queste specie", concludono i ricercatori.
   
   

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