"Oggi celebriamo il 110°
anniversario della costituzione della gloriosa Brigata Sassari.
Centodieci anni fa, l'1 marzo 1915, il Ministero della guerra
prese la decisione di costituire il 151° e 152° reggimento
fanteria, rispettivamente a Sinnai e a Tempio Pausania, il
Comando della Brigata Sassari. Fu una scelta che oggi appare
quasi visionaria: creare un'unità di combattimento con soldati
provenienti dalla stessa regione, dallo stesso cuore della
Sardegna, all'epoca una pratica poco diffusa. A distanza di più
di un secolo, possiamo dire che quella decisione fu non solo
coraggiosa, ma addirittura vincente". Così il generale
dell'Esercito Stefano Messina, comandante dei "sassarini" e a
capo del Sector West di Unifil, nel suo intervento oggi in
piazza d'Italia a Sassari, dopo aver salutato e ringraziato le
autorità presenti tra cui il capo di Stato Maggiore della Difesa
generale Luciano Portolano e il capo di Stato Maggiore
dell'Esercito, generale di corpo d'armata Carmine Masiello.
"Oggi ricordiamo la nascita della Brigata, così come il
coraggio, l'onore e la fierezza dei "sassarini", soldati che
incarnano valori profondi radicati nella loro terra, nella sua
millenaria storia ricca di ancestrali tradizioni. Questi stessi
valori sono stati messi alla prova in molte missioni
internazionali in diverse parti del mondo e, in ogni occasione,
hanno dimostrato la loro forza e la loro dirompente attualità.
Nel cuore del conflitto libanese, infatti, i "dimonios", insieme
ai militari di altre unità dell'Esercito e delle Forze Armate
italiane, hanno dimostrato non solo una professionalità
impeccabile, ma anche una capacità unica di coesione,
solidarietà e impegno collettivo. In ogni momento di difficoltà
- ha sottolineato il gen. Messina - pur in presenza di attacchi
diretti alle nostre basi che hanno provocato il ferimento di
alcuni peacekeepers, gli uomini e le donne della Brigata Sassari
hanno mantenuto saldo il loro impegno. La risposta è stata
chiara e decisa, guidata sempre dai principi di imparzialità e
del rispetto della dignità umana, valori distintivi dei "caschi
blu" italiani. Anche in un contesto così difficile, i nostri
soldati hanno sempre agito avendo come punto di riferimento il
valore di chi li ha preceduti nelle grandi battaglie della Prima
guerra mondiale".
"La missione in Libano, così come tutte le altre in cui la
Brigata è stata impegnata, ha rappresentato la sintesi di una
preparazione militare di altissimo livello addestrativo, di
abilità nell'utilizzo di tecnologie all'avanguardia, ma
soprattutto di un insieme di valori che trascendono il tempo e
lo spazio fisico. Ecco perché - ha aggiunto - nonostante il
fragore della guerra, la bandiera delle Nazioni Unite e il
tricolore italiano non hanno mai smesso di sventolare
orgogliosamente su tutte le nostre basi, testimoniando un
messaggio di speranza e di pace, di fronte alle turbolenze di
una regione cruciale per la stabilità del Medio Oriente".
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