(di Marzia Piga) La lunga maratona del Consiglio regionale è terminata a tarda notte con l'approvazione del disegno di legge di riorganizzazione del sistema sanitario regionale: 33 i voti favorevoli della maggioranza di campo largo e 16 i contrari del centrodestra che per tutta la sessione, durata diverse sedute, non ha fatto altro che contestare il provvedimento tacciandolo di essere utile soltanto a uno spoil system in sanità, peraltro, hanno sempre sottolineato, vietato dalla Costituzione.
La legge era stata anticipata dalla stessa presidente Alessandra Todde come una 'riforma funzionale', non una vera e propria rivoluzione del sistema sanitario che non avrebbe risolto nell'immediato i problemi, come proposto in campagna elettorale. Tre i punti principali della norma: il cuore sono proprio i commissariamenti "dei direttori generali delle otto Asl, delle due aziende ospedaliero universitarie, dell'Areus e del Brotzu", poi gli accorpamenti (il Microcitemico di Cagliari dalla Asl all'Arnas Brotzu e il Marino di Alghero all'Asl di Sassari dall'Aou) e infine la creazione di dipartimenti interaziendali uno per la prevenzione, uno della salute mentale e delle dipendenze e quello della riabilitazione.
"La Sanità sarda cambia rotta. Mettiamo un punto fermo e apriamo una nuova fase, restituendo certezze ai cittadini, potenziando i servizi di cura e assistenza, rafforzando il legame tra ospedali e territorio e valorizzando le vocazioni naturali dei presidi sanitari. Il tutto con una gestione più efficiente delle risorse e delle competenze", ha commentato la governatrice, che non era in Aula, sui social dopo l'approvazione notturna. Soddisfatto anche l'assessore Bartolazzi, per l'approvazione di una legge "capace di far ripartire un sistema inceppato da troppo tempo ed ormai non più in grado di dare risposte ai cittadini. Non siamo mai stati interessati a portare avanti l'ennesima riforma, ma a far funzionare quello che già c'è, il più rapidamente possibile".
La battaglia dell'opposizione in Aula si è scontrata contro il muro della maggioranza che per procedere più spedita si è astenuta quasi completamente dagli interventi. "L'obiettivo è solo cambiare i dg delle aziende sanitarie, ma è contro la Costituzione e arriveranno le richieste di risarcimenti milionarie", tra le tante sottolineature critiche. Dalla maggioranza si continua a ribadire che questa legge è solo il primo passo: "Il ddl è il punto zero di partenza - ha precisato Bartolazzi -. L'opposizione non ha colto il fatto che i dipartimenti interaziendali, per esempio, servono ad abbattere le liste d'attesa. Fare prevenzione significa evitare che la gente nei territori invada i pronto soccorso".
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