"Lavoriamo a una legge quadro
sulla scuola sarda, che tenga conto delle peculiarità
territoriali, culturali e linguistiche della Sardegna. E che
recepisca tutte le istanze in arrivo da chi la scuola vive, come
il personale docente e non docente, le famiglie e gli studenti".
Così Camilla Soru, presidente della Seconda commissione, al
termine dell'audizione del movimento sindacale Cobas e di altre
realtà di base: Esp educazione senza prezzo, Precari sardi in
cattedra e Coordinamento idonei esclusi.
Per la presidente, che ha ricordato come la commissione abbia
"già coinvolto l'Università di Cagliari e la Fondazione
Agnelli", ora è il momento di "coinvolgere tutti gli attori
della scuola. Cercando di raccogliere tutte le istanze da
presentare poi a chi ci darà effettivamente una mano a buttare
giù una bozza". La consigliera dem ha proseguito: "Spero che
anche attraverso una modifica dello Statuto e tutte le norme di
attuazione di cui abbiamo bisogno si riesca ad intervenire sul
lavoro dei docenti e sulla situazione del precariato". Ci sono
buone pratiche "già in corso - ricorda Soru - come la Provincia
autonoma di Trento, una delle realtà più virtuose, dove
addirittura esiste un sistema di reclutamento degli insegnanti
dedicato".
Nel corso dell'audizione Riccardo Berutti (Esp) ha denunciato
"il mercimonio dei diplomi, legato anche ai percorsi a
pagamento, presso università private e anche pubbliche, che
abilitano all'insegnamento". Poi ha aggiunto: "Bisogna prima di
tutto avere chiaro quali sono i problemi della scuola" e per
questo ha sollecitato la convocazione degli "stati generali
dell'istruzione in Sardegna" sollecitando al tempo stesso la
stabilizzazione di tutti gli insegnanti precari sardi.
Per Ornella Demuru (Precari sardi in cattedra) "una legge
quadro è necessaria anche per contrastare gli accorpamenti
scolastici: ogni scuola che chiude è un presidio culturale che
muore". Demuru ha chiesto anche che "lingua e cultura sarda
siano materie obbligatorie nei programmi scolastici sardi, per
rispetto dell'identità e dignità dei sardi oltre che dei
principi costituzionali".
Dai Cobas scuola Andrea De Giorgio ha denunciato la
situazione dei precari, "circa 300 mila in Italia e più di 10
mila in Sardegna. Chiediamo un impegno per la formazione della
classe docente e per garantire una scuola inclusiva".
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