Il processo per la trattativa Stato-mafia prosegue anche dopo l'arresto di Marcello Dell'Utri a Beirut ma dovrà fare i conti con il rischio di uno stop prolungato.
L'incertezza nasce dalla nuova condizione dell'ex senatore: era imputato libero contumace, ora è imputato detenuto "per altra causa".
Resta ferma la dichiarazione di contumacia.
Il presidente della corte, Alfredo Montalto, ha disposto la
prosecuzione del dibattimento. Richiamando una sentenza della
Cassazione, ha spiegato che il nuovo status di Dell'Utri "non è
di per sé sufficiente per impedire la trattazione del
dibattimento per legittimo impedimento da parte dell'imputato".
Prossima udienza il 15 maggio. Per consentire ai periti di
trascrivere alcune intercettazioni salteranno due udienze in
calendario.
Il processo si potrebbe però fermare se Dell'Utri chiedesse,
com'è suo diritto, di assistere al dibattimento. In tal caso la
corte dovrebbe prendere atto del suo "legittimo impedimento"
perché a Beirut è agli arresti in attesa del giudizio di
estradizione.
La difesa non ha ancora deciso le prossime mosse. Oggi
l'avvocato Giuseppe Di Peri non ha anticipato alcun linea
processuale.
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