Governo e maggioranza affondano all'Ars: il disegno di legge sul muto da 1.7 miliardi torna infatti in commissione dopo una richiesta del Movimento Cinque Stelle e un voto d'aula per "alzata e seduta" che ha lasciato strascichi e polemiche. La seduta è iniziata intorno le 17,30 dopo la fine del vertice di maggioranza che si è tenuto a Palazzo d'Orleans sulla bozza di finanziaria. All'inizio dei lavori ha preso la parola il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi chiedendo di "sospendere la seduta per alcuni minuti, per permettere alle forze della maggioranza di raccordarsi sui lavori d'aula". Subito è intervenuto il presidente di turno Antonio Venturino: "Mi sembra che da più parti ci sia la richiesta di un rinvio, a questo punto è forse più opportuno rinviare direttamente a domani". Da quel momento si sono succeduti numerosi interventi in ordine sparso: Marco Falcone (Fi) ha sottolineato che il rinvio a domani sarebbe stato improponibile dal momento che con l'inizio delle votazioni per il presidente della Repubblica, l'Ars si troverà privata di tre deputati indicati come "grandi elettori". Poi è stata la volta dell'assessore alla Salute Lucia Borsellino, che a nome del governo ha chiesto il rinvio della seduta a martedì prossimo.
Quindi il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Valentina Zafarana che ha chiesto il formale rinvio del ddl sul mutuo in commissione. A quel punto il presidente Venturino ha aperto la votazione per "alzata e seduta", che si è conclusa con l'approvazione della richiesta dei grillini. Il ddl torna dunque in commissione, dove si dovrà tenere un approfondimento sul testo. Subito dopo, se la commissione darà voto favorevole, il ddl potrà tornare in aula. Alla fine, Venturino ha rinviato l'aula a domani alle 16: in base alle decisioni delal conferenza dei capigruppo, sarà incardinato il Dpef.
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