/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Borsellino: pm, Graviano pressò pulsante

Borsellino: pm, Graviano pressò pulsante

Per Procura non ci sono elementi che portino a Sisde

CALTANISSETTA, 10 novembre 2016, 15:45

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Abbiamo elementi oggettivi per dire che a premere il pulsante che fece deflagrare l'autobomba in via D'Amelio fu Giuseppe Graviano e che questo fosse appostato nel giardino dietro un muretto che si trova nella stessa via". Lo ha detto il pm Stefano Luciani durante la requisitoria nel quarto processo per l'attentato del 19 luglio '92 costato la vita a Paolo Borsellino e a cinque agenti di scorta, che vede imputati Salvo Madonia e Vittorio Tutino per strage e Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci per calunnia. "In questo processo - ha proseguito - non abbiamo elementi per sostenere che l'esplosione dell'ordigno in via D'Amelio sia stata innescata da qualcuno che si trovava al castello Utveggio e nemmeno che il congegno potesse essere stato installato nel citofono dell'abitazione dei familiari di Borsellino. Non abbiamo raccolto elementi per sostenere che negli uffici del Cerisdi ci fossero alcuni degli appartenenti al Sisde indicati da Gioacchino Genchi".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza