"Pur essendo suo coetaneo, quando
Letizia arrivò a L'Ora, ero già un fotografo di cronaca
navigato. Eravamo appena usciti dalla prima guerra di mafia e
dal Maxi Processo di Catanzaro che io avevo documentato. Ma
Riina e i corleonesi di lì a poco avrebbero ricominciato a
sparare. Quando arrivò lei, unica donna fotografa in redazione,
e io incrociai il suo sguardo, capii subito che con la sua
tenacia e i suoi occhi, avrebbe fatto grandi cose e sarebbe
diventata Letizia Battaglia". E' questo il ricordo che Gigi
Petyx, 83 anni, ha della sua "collega", scomparsa ieri sera.
Lui è giovanissimo quando il padre, il barone Luigi Petyx
Mortillaro lo manda "a bottega" dal fotografo Lo Verso in piazza
Beati Paoli a Palermo; da lì passa allo studio Scafidi, poi
lavora al quotidiano L'Ora chiamato dal direttore Vittorio
Nisticò. Da anni è il figlio Igor, collaboratore dell'ANSA, a
seguire la sua professione. Tra le sue immagini famose ci sono
quelle di Ninetta Bagarella, dell'arresto di Luciano Liggio,
Ninetta Bagarella, dell'omicidio del procuratore Pietro
Scaglione, del terremoto del Belice, del disastro aereo di
Montagna Longa e di tanti altri protagonisti e luoghi della
storia della Sicilia, raccolte nel libro "Palermo Petyx" di
Laura Grimaldi e Claudia Mirto. "Erano altri tempi - aggiunge -
e la Battaglia ha saputo raccontare la cronaca di quegli anni
difficili con entusiasmo e professionalità. Ciao Letizia".
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