"La parola antimafia vada in
quarantena permanente. È diventata la parola che nasconde il
malaffare. Adesso basta. Si è detto tutto e il contrario di
tutto. Nessuno si nasconda dietro questa parola. Gli slogan non
bastano più". Lo ha detto Don Luigi Ciotti intervenuto oggi ad
Agrigento al sesto Master di Scrittura organizzato da "Strada
degli scrittori", Treccani Cultura e Treccani Accademia.
Inclusione, libertà, rinascita, legalità e giustizia sono stati
i temi forti affrontati dal presidente di "Libera" che ha
esaltato, nel corso del suo intervento, "la dignità dell'essere
umano calpestata da giochi e intrighi del potere rendendo
l'italia un Paese non del tutto libero: dobbiamo sempre di più
diventare laboratorio di libertà, dove la persona deve avere la
propria dignità. Dobbiamo lottare per la libertà nel nostro
Paese. Liberarci dallo sfruttamento del lavoro, dalle fabbriche
delle armi, da mafie e corruzione, dalle dipendenze. Ma la
liberazione più grande - ha aggiunto - deve essere quella
dall'Io e dai fantasmi dell'individualismo e da ogni forma di
autoreferenzialità". Poi rovolto ai giovani ha aggiunto:
"Diffidate di chi parla di voi e non parla con voi. Non mettete
la vostra libertà in vendita. Continuate a credere che un altro
mondo non sia solo possibile, ma urgente e necessario".
Don Ciotti ha quindi parlato della sacralità delle Istituzioni:
"C'è una minoranza di uomini o donne non degne di rappresentare
le istituzioni. Ma noi difendiamo la sacralità. Da soli non si
va da nessuna parte. Ci sono tanti problemi, è vero. Ma dobbiamo
partire dal basso e tendere sempre lo sguardo in avanti.
Dobbiamo toccare il cuore dei problemi per intraprendere cammini
inediti, attraverso la legalità che è il mezzo per ottenere la
giustizia". ha aggiunto.
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